mercoledì 26 dicembre 2007

Un Natale speciale

Ieri per me il Natale è stato diverso e "speciale"come un dono venuto dal cielo.
Come per gli anni passati l'ho trascorso a casa di mio fratello (il primogenito) con la sua famiglia e i miei due altri fratelli, single come me.
Embè, dirà qualcuno...che c'è di speciale?
C'è che mio fratello, il primogenito al quale ho sempre fatto riferimento per aiuto e consiglio è al presente ammalato di Sla, un malanno grave del quale si parla poco e malvolentieri, di fronte al quale la Scienza è impotente e le Istituzioni sorde o sordastre.
Ebbene, ieri mio fratello si è sforzato di festeggiare il Natale con noi, attingendo alla sua precaria riserva di forze e per non deludere le nostre aspettative che vedeva traboccare dai nostri occhi e dalle parole...dai, che ce la fai!
Ce l'ha fatta. Abbiamo giocato a carte dopo pranzo ridendo e "cazzeggiando" come facevamo da piccoli, e lui ha spesso sorriso.
I suoi sorrisi, compiaciuti, mi sono sembrati raggi di sole, come quelli che appaiono all'improvviso a rischiarare il cielo e per un pò dimentichi che sei in inverno e ti pare persino che non faccia neanche tanto freddo...
Chi se lo aspettava un Natale così?
Io auguro a tutti un Natale di gioia vero, uno di quelli che può nascere anche nella sofferenza, lontano dalle luminarie e dalle allegrie forzate...pieno comunque di Speranza e di Gratitudine, magari generato da un sorriso.

lunedì 24 dicembre 2007

Il cielo è caduto

Durante la notte
in silenzio
nè stelle, nè luci.
Solo volti dimentichi
tutti uguali, sperduti.
Piange un bimbo
tende le braccia
nel vuoto.
Un coro si leva
di tristi lamenti.
Si attende
che il sole riporti la luce.
L'attesa sfinisce
e il cuore si svuota.
Oh amaro destino
per i Tuoi figli!
Gli occhi, più grandi,
invadono i volti.
Poi una luce da nulla
si accende d'un tratto,
ancora nascosta...
Cento, mille sguardi
seguono il lieve barlume.
Di nuovo si sente
rumore di voci,
sussurri e sospiri.
La luce si alza,
cammina su un filo,
la gente la segue
col corpo, col viso
tesi a salire,
in alto, sempre più su...
Altre luci si accendono
riempiono il ...cielo?
Il rosa dell'alba
colora la terra.
La notte è finita.

mercoledì 19 dicembre 2007

Emergenza freddo

Fa freddo, è innegabile. l'Italia è in ginocchio, non lo dico io, lo dice la tv con scarsa fantasia.
L'immagine è però efficace perchè vedi una vecchia signora che ha bisogno di aiuto e al momento non sa come procedere.
A parte il freddo, sotto ogni altro punto di vista pare proprio che il nostro paese sia vecchio e incapace di trovare in sè la forza di rialzarsi.
Vecchia è la politica, vecchi e irrisolti i problemi, vecchia la tv, vecchi gli scandali, vecchie le idee, vecchie le proteste...ma vecchiia non era sinonimo di saggezza?
In altre culture gli anziani sono una risorsa, un punto di riferimento cui si guarda per non smarrire la rotta.
Qui, da noi i vecchi sono inservibili, le loro idee superate, di più! Sono un peso sulle spalle dei giovani, quasi sempre indaffarati a sgomitare per assicurarsi il benessere dei corpi spesso privi di anima.
All'anima chi ci pensa? Forse i vecchi che hanno poco o niente da fare...loro pensano e parlano, talvolta biascicano e diventa anche più difficile capirli, emettono parole e suoni simili a tele sfilacciate da buttare nei cassonetti insieme alle cose, quasi nuove che vanno sostituite senza un perchè.
Ho visto di recente un mucchio di stracci addossato ad un palazzo, nei pressi di un negozio tra i più frequentati del quartiere.
La gente entrava ed usciva dal negozio con grande indifferenza.
Però non si trattava di stracci...c'era nascosto, il viso addormentato di una vecchia barbona.
Accanto una ciotola con qualche moneta.
Ero diretta in libreria per acquistare l'ultimo romanzo del mio autore preferito.
Mi sono vergognata.

venerdì 7 dicembre 2007

Mamma cicogna (fiaba africana)

La cicogna bianca era rimasta sola nel nido con i suoi piccoli che avevano fame. Non poteva allontanarsi e aspettava il ritorno del compagno che avrebbe portato il cibo tanto atteso.
Aspettò a lungo ma il battere frenetico dei piccoli becchi le fece capire che avrebbe dovuto cavarsela in qualche modo...prese a strapparsi piccoli lembi di pelle e per un pò risolse il problema. Poi continuò e scavò nella sua carne, brandelli di nutrimento più utili ai piccoli che a se stessa! Il tempo passava inesorabile, ma la cicogna era già fuori del tempo perchè a furia di scavare era arrivata al suo stesso cuore, era di quello che ormai si nutrivano i suoi piccoli!
Quando furono pronte le nuove cicogne spiccarono il volo.
Un giorno la gazza ladra scoprì il nido attirata da quello che le sembrò un grosso rubino scintillante...lo prese nel becco e lo portò in un luogo già pieno di gioie, la grotta dello sciacallo-usuraio. Lo sciacallo accolse il dono con indifferenza.
Di notte i clienti bisognosi si recavano numerosi alla grotta per portare qualcosa in cambio di un piccolo sostentamento, ma dall'arrivo del rubino le cose cominciarono a cambiare.
La gente si teneva lontana...lo sciacallo era in preda alla disperazione, come chi ad un tratto smarrisce il senso della vita.
Una sera si appostò nei pressi della sua stessa casa per capire cosa stesse accadendo.
Si accorse che la sua grotta era avvolta da una forte luce rossa assai simile ad una immensa fiamma.
Un incendio che divampava a sua insaputa! Chiese aiuto a quelli che guardavano da lontano. I più coraggiosi accorsero dimentichi di tutto.
Le gioie erano al loro posto, scintillanti ma fredde, eppure qualcosa ardeva.
"Fuori, portate tutto fuori!" gridava lo sciacallo che scavava forsennato.
Alla fine, quando ormai il suo tesoro era svanito lo sciacallo mise le zampe sul rosso rubino che non mandava più alcun bagliore.
Lo sciacallo osservò stupito la piccola pietra rossa e si sentì stranamente calmo...forse era tempo per lui di cambiare vita. Si allontanò nella notte per riflettere.

lunedì 3 dicembre 2007

Memoria

Oggi,3 dicembre. Era il 3 dicembre del 1982 quando ho perso mia madre. Il ricordo di quel giorno mi è venuto incontro non appena ho aperto gli occhi, come può venirti dinanzi qualcuno che non attendi ma che ti aspettava e manifesta una grande urgenza.
Poi realizzi che il ricordo non è solo, ha accanto una piccola folla di ricordi, sono tutti ansiosi di parlare, di condurti indietro nel tempo perchè tu sappia che non hai dimenticato, che non hai perso la memoria...
Spesso vivo l'angoscia di aver cominciato a dimenticare, mi capita quando non ricordo più un nome o improvvisamente non riconosco un volto...il panico mi invade e mi sento persa.
Poi passa e verifico che sono tante le cose che ricordo, anche quelle che mi fanno male, le mie ferite aperte, le chiamo così.
Quando ti muore la mamma c'è sempre qualcuno che dice "vedrai, col tempo soffrirai di meno...",
non è vero, dovrebbero dirti invece che continuerai a soffrire, solo in modo diverso.
Io sono stata fortunata perchè ho avuto una mamma che mi ha insegnato l'amore, ma anche il sacrificio e la gioia, e la pazienza, e il rispetto per la verità...e per il prossimo.
La mamma ha continuato ad essermi vicina nella gioia e nel dolore in ogni giorno della mia vita.
Poco prima della morte mi disse:"non piangere, nessuno muore davvero finchè c'è qualcuno che lo ricorda".
Oggi la mamma è con me, come sempre, e io mi sforzo di sorridere.

domenica 25 novembre 2007

Speranza

Un invito a riflettere sul significato. Cos'è la Speranza? Una delle tre virtù teologali, insieme a Fede e Carità, lo sanno i credenti cattolici e in qualche modo sanno anche darne la spiegazione, ma per l'uomo, in generale che senso ha oggi la speranza, visto che continuamente si dice "io spero" seguito da una serie di indicazioni che più o meno si identificano con obiettivi, evenienze gradevoli e altro?
La casalinga che compra il gratta e vinci spera di vincere, il disoccupato spera di trovare un lavoro, il malato spera di guarire in fretta, il ricco spera che i suoi investimenti gli portino nuove ricchezze, l'estracomunitario spera di riuscire a sbarcare il lunario...ogni essere umano spera in qualcosa che per lui, in quel momento ha la caratteristica della positività.
Io credo che tutte le speranze siano legittime, che ognuno debba sperare in ciò che vuole, penso però che la Speranza sia innanzitutto quella predisposizione dell'animo che ci sollecita a "vivere", in ogni momento e in ogni condizione, con la determinazione a "fare la nostra parte".
L'antitesi della speranza è la disperazione, la rassegnazione viene prima o dopo, comunque ci pone fuori della vita.
Proviamo dunque a pensare che finchè siamo vivi possiamo cambiare qualcosa, magari con l'aiuto di altri, o per gli altri.
Nel nostro mondo c'è tanto da fare...rimbocchiamoci le maniche e andiamo avanti! La Speranza...che bella parola.