.
Parla con me!
Lunedì, ore 8: dopo il consueto tramestio, iniziato con una buona ora d'anticipo, sono tutti fuori.
I figli diretti a scuola, il marito al lavoro.
Lei è sola, immersa nel silenzio dell'assenza, circondata dai relitti di una battaglia che si rinnova ogni giorno, macerie, caduti e feriti da raccogliere o curare.
In previsione di nuovi scontri il campo deve essere sgombro, ovvio.
Il problema è da dove cominciare. Qualcuno tornerà per il pranzo, qualche altro non si sa, il marito forse per la cena...tutti comunque si aspettano ordine e conforto, nuovi assetti da sconvolgere e distruggere, non per il piacere di farlo, solo per essere pronti a ciò che li attende fuori, dove la vita, quella vera, li porterà a collezionare piccole vittorie e grandi sconfitte.
Chissà perché le sconfitte hanno sempre più peso delle vittorie, sarà che a vincere ci si abitua.
Il cucciolo dorme, esausto e dimentico; a tempo debito si mostrerà per chiedere scodinzolante:- Che si fa? Vale a dire, quando usciamo?
Beata innocenza! Lui chiede senza parole...e apprezza ogni volta il poco che ottiene con gioia e gratitudine, come fosse un regalo!
Il silenzio però diventa opprimente, dopo l'ultimo frettoloso saluto raccolto dalla porta che si chiude, con lo scatto definitivo.
Punto e a capo!
Lei deve ricominciare, e accende il televisore, a caccia di un telegiornale superstite ( un modo come l'altro per avere la vita sotto controllo?), a volte lo acciuffa con soddisfazione, più spesso lo manca di un soffio.
Però non spegne l'apparecchio, gli toglie solo la voce.
Ad un tratto vede, di sfuggita, un tizio che gesticola e parla. Chi sarà? Sembra un tipo interessante, pensa che magari blateri di fesserie, continua la sua opera di "risanamento del territorio" con solo qualche occhiata di straforo.
Il tizio è sempre lì, ed è solo, niente vallette che scodinzolano, e neppure contorno di pentole e ortaggi.
Poi sente chiamare...il suo nome! Da una voce sconosciuta che è lì, da qualche parte.
Si sente mancare...l'attacco di panico si preannuncia con la consueta vertigine: qualcosa non va, assolutamente.
Il cucciolo le si aggrappa alle gambe, è spaventato e le impedisce il cammino.
La voce, più suadente, di nuovo la chiama, e sì che lei non ha un nome comune!
E' il tizio del televisore.Ha riacquistato la voce.
- Ciao! Non te l'aspettavi, vero?
- No! Risponde con gli occhi che premono per schizzare fuori. Il cervello è fuori servizio.
- Sono qui per parlare con te...coraggio!
La voce le arriva ovattata, gli occhi che la guardano sono dolci e pazienti...
Lei riprende il controllo e capisce che deve chiamare il marito. Con mani tremanti prende il telefono e scorre frenetica la rubrica alla ricerca del numero che si è dissolto nella sua memoria.ci siamo! Squilla!
- Ciao! Che c'è? Risponde con tono sbrigativo, uno di quelli che ti mostrano in tutta la tua futilità.
- Niente! Non è successo niente! E' solo che mi pareva di non averti salutato...
- Ma dai...mi chiami per questo! Piuttosto non aspettarmi per cena, ciao.
E' senza forze, ma perfettamente lucida. Ora può parlare con il tizio, fosse pure il demonio!
Sul televisore scorrono i titoli di coda di una trasmissione ormai finita, sullo sfondo un viale frondoso che fa da contorno ad una figura che si allontana.
C'è una musica dolce, come un saluto dolente...
Il cucciolo mugola piano, agita incerto la coda...Che si fa? Andiamo?