venerdì 11 marzo 2011

8 marzo 2011di e.b.



8 marzo 2011
Mi guardo intorno, è un giorno come gli altri. Non c’è traccia di mimose tra le mani dei passanti, “tantomeno” in quelle delle donne!
Che ti aspettavi? Che sotto il cielo azzurro e un sole splendente qualcosa oggi potesse cambiare?
Solo per via di una Festa…dedicata alle donne?
Le stesse che un tempo, con aria sbarazzina, a mò di rivincita si riunivano tra loro -semel in anno- per dimostrare agli uomini che gioia, divertimento, complicità sono in grado di viverli, anche e meglio fuori di casa!...Semel in anno…
Io oggi mi sento diversa. Ho voglia di danzare. Mi piacerebbe scorgere lo stesso desiderio negli occhi della gente… Niente!
Come ogni giorno, passi frettolosi, strascicati, accorti, si muovono su una pista da ballo conosciuta da sempre… Mi si spegne qualcosa dentro.
Comincio a farmi qualche domanda, più d’una in verità.
Qual è il ruolo della donna in questo Tempo, così confuso e greve di notizie poco confortanti, ripetute dai media in modo incessante, quasi ossessivo?
Uomini e donne, dinanzi ad accadimenti di portata drammatica, nel nostro Paese e in Paesi neanche troppo lontani, sono ugualmente inermi, annullati, rassegnati, depressi, arrabbiati.
Spesso indignati, senza costrutto.
Tutti pensano ai problemi quotidiani, ai figli piccoli che crescono in altre mani- e intanto fanno cento richieste- a quelli più grandi, demotivati, che non trovano lavoro, ai loro anziani che vanno assistiti, ai malanni che non mancano ormai in nessuna famiglia, infine alla stanchezza che li accompagnerà fino a sera, quando le mura domestiche li chiuderanno in una gabbia ove volare rimarrà solo un sogno.
Mi viene incontro con un sorriso, ma un’aria poco convinta, un indiano e mi porge un mazzetto di mimose. Lo guardo e dico:- No, grazie!- Meccanicamente.
Lui però non demorde:- Prendile…te le regalo!
Solo allora mi accorgo che ha al braccio un intero cestino di mimose invendute,e lo “vedo”!
Si chiama Kalid, è pakistano e lavora per terzi. Ha quarant’anni e cerca di cavarsela come può.
Oggi è il giorno delle mimose, andato male!(Per lui e per me?) Scambio qualche parola.
E’ lui che mi consola: - Domani andrà meglio!
Vorrei abbracciarlo.
Gli offro dei soldi, perchè si prenda un caffè. Rifiuta sdegnato, quasi offeso:- E’ un regalo! Auguri!
Sull’asfalto prendono forma le sagome di due gabbiani in volo, alzo lo sguardo e sono già lontani, grandi, possenti, Liberi!
Dopotutto non è un giorno come gli altri!