domenica 5 settembre 2010

"Estasi culinarie" di Muriel Barbery ed.e/o


Dedicato a chi ama leggere, a chi apprezza la buona cucina, a chi sa inventarsi nuove ricette e ha il coraggio di proporle agli amici, a chi riconosce il valore di sapori e odori che ci offre la natura e affondano le loro radici nella memoria di un tempo passato...

Monsieur Arthens, il più grande critico gastronomico del mondo, a sessantotto anni, sta per morire per un’insufficienza cardiaca: un’ironia della sorte, dato che aveva sempre rimproverato agli altri di non mettere abbastanza cuore nella loro cucina e nella loro arte. Ma morire non ha importanza, solo una cosa gli interessa: cercare e trovare un sapore che gli frulla nel cuore. Un sapore dell’infanzia o dell’adolescenza, una pietanza primordiale e sublime, annidato nel più profondo di se stesso e che, alle soglie della morte, si manifesta come l’unica verità che in vita sua sia stata detta. Nel palazzo lussuoso di rue de Grenelle ( lo stesso de "L’eleganza del riccio"), si consuma, si fa per dire, questa spasmodica ricerca del “Sapore per eccellenza”. Attraverso la memoria si va a ritroso, nel passato di Monsieur Arthens, ripercorrendo le tappe più importanti della sua vita: dai piatti poveri dell’infanzia alle prelibatezze di haute cuisine. Le testimonianze a più voci (i familiari, l’amante, l’allievo, il gatto, la portinaia Renèe…), ciascuna delle quali prende la parola ed esprime il suo punto di vista su un grand’uomo pubblico e un misero uomo privato. Lui, in prima persona, celebra se stesso per aver elevato un’arte minore, quella culinaria, ad una disciplina tra le più prestigiose e di aver assaporato il profumo inebriante del potere creando e demolendo reputazioni; con la sua penna ha dispensato sale e miele ai quattro venti attraverso giornali, trasmissioni e dibattiti… Uomo dispotico e pieno di sé, ama tra tutti i familiari solo un nipote, Paul, e solo a lui e alla moglie ha confidato la sua angoscia.

Il romanzo è l’esaltazione del gusto per il cibo, le ricette sfavillano nei loro colori davanti ai nostri occhi e pare quasi di sentirne i profumi, per non parlare del gusto, dolce e salato; frammenti voluttuosi, poesia precisa, la cucina: un’opera d’arte tra le più sontuose e magnifiche in quanto comprende tutti i sensi…(il pasto si rivela decisamente sinestetico). Un uragano di emozioni, come bolle d’aria che risalgono rapide verso la superficie dell’acqua e, liberate, scoppiano in uno scroscio di applausi. In un finale imprevedibile, Arthens trova quel gusto indefinibile, un sapore ritrovato in un’apoteosi di desiderio autentico e piacere incontrastato!

Le pagine di questo romanzo zampillano di immagini, sensazioni e percezioni quasi erotiche del cibo, tanto sono intrise di emotività ed estasi…(calpestavo l’erba secca e folta del giardino, e in questo sogno di fiori e ortaggi mi inebriavo di profumi). Alcune similitudini di pag. 46 “L’orto” ricordano delle poesie di Pablo Neruda… Il libro presenta, a mio avviso, due pregi: il primo la tecnica narrativa di far parlare i personaggi ciascuno dal proprio punto di vista; il secondo lo stile ricco e sontuoso: ogni parola è cesellata come metallo prezioso e plasmata in un trionfo di modulazioni musicali e poetiche. I libri di questa autrice ricalcano una struttura narrativa tanto atipica quanto efficace, mirabile lo stile, una sorta di rigoglio della natura.

L’autrice - Muriel Barbery, nata a Casablanca nel 1969 da genitori francesi, ha insegnato Filosofia in un istituto universitario di formazione per insegnanti. Questo è il suo primo romanzo scritto nel 2000 ("Una golosità", edito da Garzanti nel 2000 e ora ripubblicato da e/o con il nuovo titolo "Estasi culinarie"). Ma il suo romanzo successivo "L’eleganza del riccio", è stato un vero caso letterario in Francia e un grande best-seller anche in Italia, è stato tradotto in 31 lingue ed insignito di numerosi premi. Ora, l’autrice vive in Giappone, a Kyoto, e sta preparando il suo prossimo libro, probabilmente ambientato in Giappone.

Recensione a cura di Arcangela Cammalleri dal sito http://www.Sololibri.net/

7 commenti:

accipicchia ha detto...

Carissima Eleonora, leggere questo tuo interessante post fa venire tanta voglia di dedicarsi all'arte culinaria. Profumi, sapori, colori, sensazioni che nascono da ciò che mamma natura ci offre.
Ma io volevo sapere anche qualcosa in più sullo stravagante protagonista di questo libro, invece...mi lasci così, a bocca asciutta.
Eh no, non va bene! Ho capito che alla fine trova quel che cerca ma...lui che fine fa?
Scherzo, naturalmente! Però, la curiosità rimane, e il personaggio non è in fondo molto simpatico.
O no?
Un carissimo saluto. Piera

Shiva ha detto...

Ciao Piera, il libro mi è piaciuto molto, se avrai occasione di leggerlo ti farà venire la voglia di sperimentare nuove ricette, di utilizzare in modo creativo le erbe aromatiche,i semi e le bacche che già compaiono nella cucina di altre culture.Potrai inoltre apprezzare la struttura originale della narrazione.
Il personaggio principale ovviamente muore, non prima di aver scoperto una grande verità...
Non posso dirti altro. ti abbraccio.ele

Anonimo ha detto...

Ele carissima,
grazie per questo invito tra i fornelli, e che fornelli!
Rapportare l'arte culinaria alla poesia mi sembra una cosa molto giusta, entrambe si nutrono di ricerca e la ricerca senza passione non può esistere.
Così come il rapporto tra eros e cibo, un rapporto che si consuma dentro tutti i sensi e forse anche di più.Credo che la migliore pietanza sia quella che lascia un sorriso sul volto dei commensali e non è detto che debba per forza essere ricercata e raffinata. L'importante che sia stata cucinata con amore e ti assicuro che tutto acquista un sapore diverso quando cucinando, si pensa a chi dovrà assaggiare e godere di quel cibo.

Grazie ancora mia carissima amica, ti circondi il mio abbraccio di erbe aromatiche.
jolanda

accipicchia ha detto...

Passo veloce veloce per salutarvi, amiche care, per abbracciarvi e augurarvi una serata serena. A presto! Piera

Anonimo ha detto...

Assolutamente d'accordo con lei. In questo nulla in vi e 'una buona idea. Mi associo.
Assolutamente d'accordo con lei. In questo nulla in vi e credo che questa sia una buona idea. Pienamente d'accordo con lei.

Shiva ha detto...

Carissima Jole,ciò che scrivi mi trova pienamente d'accordo. Quando si fa qualcosa con passione, non solo per noi stessi, ma anche e soprattutto per gli altri, gli effetti sono sorprendenti...Un piatto cucinato con gioia, una poesia scritta per comunicare un moto autentico dell'anima, perfino una stretta di mano o un sorriso possono trasmettere la nostra disposizione più vera.
Grazie, sempre, per la tua insostituibile presenza.
Un abbraccio di vicinanza. ele

Shiva ha detto...

Per "anonimo". Grazie per la gradita visita! Se vorrai lasciare anche il tuo nome potrò offrirti un benvenuto/a più mirato...ele