domenica 14 febbraio 2010

I fidanzatini di Peynet


Un uomo, un poeta. Raymond Peynet nasce il 16 novembre del 1908 a Parigi. È l'ultimo giovane ammesso al Germain Pilon, il futuro Istituto di arte applicata all'industria. Ne esce con il massimo dei voti ed è uno dei fratelli Lumière a consegnargli il diploma. Ma come si sa dietro ogni grande uomo c'è una grande donna e così anche Peynet aveva la sua "Valentina". Si chiamava Denise Damour, "un cognome che era tutto un programma" come lui stesso amava dire per schernirsi. Si sposano nel 1930 e dal loro matrimonio nasce una figlia, Annie. Raymond Peynet era soave e candido come il suo Valentino, e Denise la sua musa ispiratrice. Vivevano in una divertente casa di Antibes, immersa nel verde e nel silenzio, dove lui poteva lavorare tranquillamente anche molte ore al giorno, con la moglie sempre accanto. "Les amoureux" in fondo erano proprio loro.
Peynet è il primo vincitore del Premio internazionale dell'umorismo di Bordighera, nel lontano 1952. A lui la cittadina ligure ha intitolato il Chiosco sul Lungomare Argentina, così simile alle romantiche ambientazioni delle sue dolcissime vignette.
Muore il 14 gennaio 1999, a un mese esatto da quella che è un po' la "sua" festa. Aveva 90 anni ma il suo messaggio d'amore trasportato sulle ali dell'ingenuità dei suoi "amorini" vivrà certamente per sempre.

”Io so che la vita reale è triste, ma di sognare abbiamo sempre bisogno. La poesia non è guerra, morte, malattia, essa vive tra i fiori, gli uccelli, la natura. Altri hanno scelto di darsi alla politica, io ho scelto di disegnare l'amore, la gentilezza, la tenerezza." (Raymond Peynet)

I celeberrimi "les amoreux" sono nati roprio durante la guerra, a Valence, e sono diventati subito il simbolo della festa di San Valentino.

"Sono nati nel 1942 ma in realtà hanno sempre vent'anni. È stato un caso. Durante la guerra mi trovavo alla stazione di Valence e là, in attesa della coincidenza, andai a fare due passi finché arrivai in un giardino, al cui centro vidi un "kiosque à musique". Fu qui che mi venne l'ispirazione per un disegno. Rappresentai un gruppo di suonatori che al termine d'una esecuzione andavano via con gli strumenti nelle custodie, e uno solo continuava imperterrito a suonare il violino, dicendo al penultimo, già dietro agli altri:- potete andare tranquilli, finisco da solo. Titolo del mio disegno: Sinfonia incompiuta. Spedii il disegno a Ric e Rac, un giornale per gli inglesi che si stampava a Parigi, ma l'impaginatore traendo lo spunto da una sola ragazza che ascoltava la musica, mise un altro titolo, Les amoureux de Peynet, e mi dissero che bisognava continuare: ecco come nacquero il poeta e la fidanzata. Giunti in Italia Cesare Perfetto li chiamò Valentino e Valentina".
(Raymond Peynet)

Nacquero quindi in anni duri nei quali la guerra pareva non finire mai,la gente non sorrideva perché non sapeva più farlo. Soltanto i fidanzatini erano pieni di candore e di speranza: un soffio di poesia in una cupa realtà.
Finita la guerra, continuarono a portare il loro messaggio per le strade del mondo, sempre tenendosi per mano. Eterni sognatori con i piedi che sfioravano appena la terra e la testa tra le nuvole. Ma anche eterni fidanzati.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Un altro bel post, Eleonora, una lettura gradevolissima. Bello parlare ancora di sentimenti positivi, percepire una nobiltà d'animo che sembra non esistere più. Anche Peynet era perfettamente consapevole, come dici, di come fosse la realtà, quella realtà, poi, ma non per questo rinunciò a credere in ciò che di bello comunque può esistere.
Anche noi, nonostante tutto, continueremo a farlo.
Un abbraccio. Piera

Shiva ha detto...

Cara Piera,l'argomento "amore" meriterebbe un approfondimento e una trattazione articolata...l'importante è continuare a credere, come dici, che nel mondo in cui viviamo per certi sentimenti ci sia ancora posto.
Vorrei comunque che anche per le parole ci fosse un po' più di rispetto, sarebbe il modo di riconoscere all'essere umano la dignità che gli spetta.
Ti abbraccio. ele

Anonimo ha detto...

"io ho scelto di disegnare l'amore."

E noi? saremo capaci di viverlo oltre le barriere dell'egoismo?

yi abbraccio forte carissima amica
jolanda