martedì 13 ottobre 2009

Il Suo volto di Paolina Messina


Stiamo attraversando tempi difficili, privi di qualsiasi certezza. Parole come Verità e Giustizia vengono usate con significato ambiguo da più parti: ognuno può servirsene come meglio crede a supporto e giustificazione di azioni palesemente riprovevoli, finalizzate al raggiungimento di obiettivi che poco o nulla hanno a che fare con il Bene comune.
L'ipocrisia, l'intolleranza, la menzogna, l'inganno, lo sporco interesse dilagano apertamente negando il significato di altre parole che vorremmo poter usare senza fraintendimenti.
Penso all'Onestà, al Rispetto, alla Solidarietà, alla Libertà...
Sono un'inguaribile idealista, una persona che crede con ostinazione al significato delle parole e alla necessità di riscoprire linguaggi e modalità di comunicazione "dignitosi" e inequivocabili.

Vi propongo una lirica di Paolina che esprime con linguaggio semplice e diretto la sua profonda Fede, un Dono che auguro a me stessa e a chi ha la cortesia di leggermi.

Il Suo volto
Ha il capo reclino
Il Cristo sulla Croce
Non vedo il suo volto
ma so com'é
E' il volto del campesino sudamericano
che consuma la vita
nella terra non sua
E' il volto della madre di Santiago
che innalza la foto
del figlio scomparso
E' il volto del nero sudafricano
che strappa alle viscere della terra
diamanti non suoi
E'il volto di ogni emarginato
oppresso perseguitato sofferente
che giustizia reclama e attende

(dalla silloge "Tra frantumi di case")

4 commenti:

accipicchia ha detto...

Carissima, come non essere d'accordo su tutto ciò che tu dici?
L'amarezza che le tue parole non nascondono è anche la mia e di tutte le persone sensibili che per fortuna esistono e che, in questo momento, sono molto preoccupate, proprio come noi, per i tempi assurdi che stiamo vivendo.
Parole come Onestà, Condivisione, Valori, Sensibilità sembrano anacronistiche, ormai vecchie. Molti direbbero che hanno fatto il loro tempo. Ma non è così, non può essere così. Se non ce ne riappropriamo, sarà un boomerang per tutti noi.

Bellissima la lirica di Paolina, parole che fanno pensare, e non solo, versi che procurano imbarazzo perché ci mettono davanti, con fermezza, alla sofferenza degli altri.
Non possiamo far finta di niente.
Ti abbraccio. Piera

Anonimo ha detto...

Carissima Ele,
sai che condivido la tua perplessità su questo tempo atroce che viviamo. L'uomo ha fatto di tutto per azzerare valori e principi etici di civiltà e vivere, ora, questo presente buio e incomprensibile, è impresa ardua.
Allora, per alcuni, interviene la fede che salva dal dubbio , che indica un percorso obbligato anche se accidentato. ma la fede, a volte, si scontra con un male difficile da debellare se tutto intorno il marciume e la corruzione ci circonda.

poi leggiamo versi come questi di paolina e ci poniamo ancora domande.
ma, finchè ci saranno madri a piangere i propri figli, quante stupide guerre in corso, finchè ci saranno discriminazioni, quante, cara Ele, non potremo più parlare di civiltà perchè la civiltà dovrebbe fondarsi, al di là di ogni credo, sul rispetto e l'amore per ogni creatura che percorre, assieme a noi, l'accidentato sentiero della vita.

ti abbraccio forte di quasi alba
jolanda

Shiva ha detto...

Carissima Piera, ogni volta che posto qualche mia riflessione, quando riccendo il p.c. mi vengono in mente le auliche parole: " Come colombe dal desìo chiamate..." Una colomba sei tu e l'altra Jole!
Grazie per il commento alla poesia di Paolina che mi sembra indichi il modo più giusto di guardare alla Croce. Quando puoi vai sul blog di Sante. Ti abbraccio forte insieme ai tuoi cari. ele

Shiva ha detto...

Carissima Jole,sono certa che la mia risposta a Piera ti ha fatto sorridere. Tu sei una colomba di quasi- alba, il che un pò mi preoccupa...spero che sia uno stato contingente.
Mi chiedo se riusciremo a vedere tempi migliori, dobbiamo sperare contro ogni evidenza!
Un abbraccio di (timido) tepore autunnale.ele