lunedì 11 febbraio 2008

Vorrei essere

Vorrei essere:
il timido raggio di sole che coglie il tuo sguardo al mattino,
quello che ti reca la lieta notizia di un nuovo giorno;
il trillo dell'uccello che si è posato nel tuo giardino che attende le briciole del tuo pane;
la mano che ti sfiora il viso per la prima carezza che ti accoglie;
il braccio che ti sostiene per i passi che ti accingi a fare;
il biscotto della colazione che assapori dubbioso;
la medicina che con mano esitante porti alle labbra, rassegnato.

Vorrei essere:
lo sguardo d'amore che ti avvolge nell'occhio del primo che ti vede;
la voce dell'amico che ti giunge per dirti che presto sarà da te;
l'aria profumata di mimosa che ti pervade e ti promette un'altra primavera;
le margherite che scopri ad un tratto e ti riempiono di meraviglia;
il ricordo di un tempo felice che presto si muta in rimpianto;
l'abbraccio affettuoso che vuole trasmetterti forza e coraggio;
la parola di speranza che culli nel cuore come un bimbo appena addormentato.

Vorrei essere:
il letto che raggiungi a sera con passo stanco;
la preghiera che ti sale alle labbra prima che il sonno ti porti con sè;
il sogno che non ricordi che ha disteso per un attimo il tuo viso;
il silenzio ovattato dei tuoi affetti che vigila su di te.

Vorrei essere ...di più!

1 commento:

accipicchia ha detto...

Tenera e dolce, pervasa di grande affetto ma anche di profonda malinconia. Ti capisco, sai? Sante ha letto questa tua poesia? Sono molto dispiaciuta per le notizie che mi hai dato, ma non bisogna assolutamente nè rassegnarsi nè abbandonare la speranza. La caduta può essere dovuta anche ad una debolezza psicologica o al fatto che, per quanto è possibile, non stia tenendo in allenamento la gambe.
Sai che, probabilmente, per la prima presentazione del libro, dovrò venire a Roma?
Un caro saluto dall'isola al di là del tuo mare. Piera