venerdì 22 maggio 2009

Istanti di Jorge Luis Borges


Istanti

Se io potessi vivere un'altra volta la mia vita

nella prossima cercherei di fare più errori

non cercherei di essere tanto perfetto,

mi negherei di più,

sarei meno serio di quanto sono stato,

difatti prenderei pochissime cose sul serio.

Sarei meno igienico,

correrei più rischi,

farei più viaggi,

guarderei più tramonti,

salirei più montagne,

nuoterei più fiumi,

andrei in posti dove mai sono andato,

mangerei più gelati e meno fave,

avrei più problemi reali e meno immaginari.

Io sono stato una di quelle persone che ha vissuto sensatamente

e precisamente ogni minuto della sua vita;

certo che ho avuto momenti di gioia

ma se potessi tornare indietro cercherei di avere soltanto buoni momenti.

Nel caso non lo sappiate, di quello è fatta la vita,

solo di momenti, non ti perdere l'oggi.

Io ero uno di quelli che mai andava in nessun posto senza un termometro,

una borsa d'acqua calda, un ombrello e un paracadute;

se potessi vivere di nuovo comincerei ad andare scalzo all'inizio della primavera

e continuerei così fino alla fine dell'autunno.

Farei più giri nella carrozzella,

guarderei più albe e giocherei di più con i bambini,

se avessi un'altra volta la vita davanti.

Ma guardate, ho 85 anni e so che sto morendo.

Jorge Luis Borges


Lo so che è una poesia triste, ma mi fatto pensare...é vero, mi pare proprio che la vita "vera" sia fatta di istanti, istanti che non consideriamo, che sciupiamo in nome della prudenza, dell'abitudine, della pigrizia, della convenienza...
Poi arriva sempre il momento in cui ti coglie il rimpianto, insieme alla consapevolezza che indietro non si torna.
Nella sofferenza più che nella gioia a volte si comprende il valore del tempo.
Sto cominciando a far caso agli "istanti", non per godere come gli epicurei...semplicemente per non perdermi niente della vita.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Quanta verità in questi versi, mia cara Ele!

Il fatto è che spesso gli istanti che viviamo, li percepiamo nella loro pienezza solo quando sono già passati. Credo sia difficile vivere e riconoscere il presente, eancor più difficile realizzare quel "carpe diem" perchè la nostra mente e il nostro cuore si trovano a fronteggiare mille problemi che formano una barriera tra noi e la magia di un istante di vera gioia e pienezza.
Più semplice il rivolgimento al passato o al sogno di un futuro che,quando diviene presente, difficilmente riconosciamo.

Altra storia per i dolori, quelli si che si fanno riconoscere subito e ci scavano l'anima e ci debilitano al punto tale che se c'è il sole, neanche riusciamo a vederlo.

Ma quanto siamo complicati!

Io, se potessi avere un'altra vita, o semplicemente tornare indietro, non so che farei, probabilmente, se avessi sempre il carattere che ho, mi comporterei allo stesso modo, ameno che non rinascessi fiore albero roccia acqua o vento.
Non so, però forse ancora rimane un briciolo di tempo per rimediare.

ti abbraccio fortissimo di sole e luna
jolanda

Shiva ha detto...

Carissima Jole, siamo irrimediabilmente complicati, forse perchè complicata è la vita.
Ci dibattiamo tra passato e presente, tra speranza e disinganno...crediamo in mondi impossibili e ci illudiamo di poter cambiare le cose...Nelle parole di Borges ho colto a modo mio un messaggio: non si vive pienamente se non si è disposti a rinunciare alle proprie certezze, a ciò che in qualche modo ci rassicura: andare scalzi dalla primavera fino alla fine dell'autunno...chi se la sente di rischiare, di mettersi in discussione?
E' vero che quando ci coglie il dolore si resta trimortiti, ma è la vita,e il dolore un fiume da nuotare,anche senza salvagente.
Forse non è il caso di aspettare un'altra vita...viviamoci i nostri istanti, tra un sorriso e un pianto. Per me sei super come sei!
Ti abbraccio sempre. Ele.

Anonimo ha detto...

Carissime Eleonora e Jolanda, prima di tutto vi ringrazio per le belle parole del post precedente, ricambio l'affetto in ugual misura, poi...passiamo al post di ieri, che non avevo ancora avuto modo di leggere e apprezzare dal momento che ultimamente trascorro il tempo più a scuola che a casa. Ma non mi lamento, alla fine dell'anno è sempre così. Ma poi...
Bella e stimolante questa poesia di Borges, la conoscevo già, ed ogni volta che mi è capitato di leggerla anche a me ha trasmesso una certa malinconia, ma mi ha anche costretto a riflettere, un po' come è successo a te, Eleonora.
E siccome senza sofferenza non c'è conoscenza, ti ringrazio tanto per questa proposta, farò anch'io tesoro dell'esperienza di Borges.
Un grande abbraccio comune a te e a Jolanda. A presto. Piera

Shiva ha detto...

Carissima Piera,sappiamo dei tuoi impegni e delle tue corse...(parlo anche per Jolanda, e senza delega!)e ti aspettiamo con pazienza, per accoglierti con gioia quando arrivi!
Mi hai fatto ritornare alla mente una poesia di Carducci, e anche l'immagine del Cappellaio matto della favola di Alice. Strani scherzi della mente.Vedremo... Ti abbraccio, con la nostra insostituibile Jole.Ele