martedì 19 gennaio 2010

Tahiti e Paul Gauguin




Uno dei miei pittori preferiti è Paul Gauguin, la sua pittura è espressione di una visione della Polinesia e della sua gente semplice, di un Paradiso lontano che a lungo abbiamo conservato nell’immaginario e nell’illusione che il tempo possa fermarsi, come un’immagine sulla tela.
Oggi scopriamo, con dolore, che Tahiti è il luogo del disastro e dell’orrore insieme allo sgomento che ci prende, sempre, quando ci sentiamo deboli e impotenti.

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Paul Gauguin inizia a dipingere per hobby, spinto dall'interessa per gli impressionisti e dalla frequentazione di Camille Pissarro.
La prima parte della vicenda artistica di Gauguin risente di questi influssi. L'artista raffigura paesaggi, nature morte e ritratti, adottando una tecnica a trattini colorati e dalla testura raffinata, assimilabile a quella degli impressionisti. Non a caso, espone con Pissarro e compagni a tutte le mostre del gruppo a partire dalla quarta mostra impressionista (1879).
Ma l'adesione di Gauguin all'Impressionismo rientra più nell'ambito delle esperienze formative di un artista alle prime armi, che in quello di una presa di posizione autentica e matura. Di fatto Gauguin, con Cézanne e van Gogh, rappresenta il superamento dell'Impressionismo. Con loro getta le basi, teoriche e formali, da cui prenderanno le mosse i grandi protagonisti dell'arte moderna.
La svolta è più netta durante il periodo dal 1888 al 1890, quando Gauguin trascorre lunghi periodi a Pont-Aven e a Le Pouldu, con Émile Bernard. I due artisti elaborano una tecnica, definita "cloisonnisme". La composizione si semplifica ulteriormente, assumendo un'aspetto decisamente stilizzato. L'impianto prospettico viene a perdersi. Le forme e i piani si riducono a vaste zone di colore puro, delimitate da contorni netti, sull'esempio delle stampe giapponesi. Il colore, steso in larghe pennellate piatte, comprende tonalità che non hanno alcun aggancio col soggetto (rossi, azzurri, gialli vivaci).
L'artista non riproduce più la natura, con i suoi effetti visivi. La ricrea.
L'idea di una pittura che non sia riproduzione della realtà visiva, bensì astrazione, creazione, è il principio su cui si basa il "Sintetismo": sintesi tra essere, sapere e sentire. La tensione di giungere a questa sintesi spinge Gauguin a cercare spazi che soddisfacessero maggiormente la sua ricerca insaziabile di selvaggia purezza, di autenticità primitiva.
Nel corso dei lunghi soggiorni a Tahiti e alle Isole Marchesi, Gauguin si nutre dei riti e delle usanze locali. Si appropria dei misteri e dei simboli di questo mondo, fondendoli con l'incanto della sua natura lussureggiante, con l'impressione di serenità e libertà della sua gente.
Le tele sono raffigurazioni di donne, di gruppi di persone, animali, immersi in una natura rigogliosa.

La stilizzazione è esasperata e il disegno della composizione assume carattere decisamente ornamentale. Libero da ogni riferimento realistico, il colore si esalta fino all'assurdo, per ricreare quel senso di "splendore barbaro", tanto cercato dall'artista.
Gauguin è una delle figure fondamentali nell'evoluzione del simbolismo.
Ma il suo lavoro rappresenta un punto di riferimento importante per vari momenti dell'arte a cavallo tra '800 e '900: i Nabis, l'Art Nouveau, i fauve, l'espressionismo tedesco.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Mia carissima Ele,
ci voleva proprio un po' di colore!
Credo che l'arte in genere e poi quella che amiamo di più, abbia il potere e l'incanto di riconciliarci con la vita e noi stessi.
ricordo che passavo ore intere a sfogliare l'enciclopedia dell'arte quando una mia sorella frequentava l'accademia di belle arti.
Mi sarebbe piaciuto esprimere in pittura il mio mondo fantastico, peccato però che non sono stata mai dotata di questo dono.

ti abbraccio forte
jolanda

Anonimo ha detto...

Carissima Jole,ti chiedo scusa per non aver risposto subito al tuo commento,come sai vado sempre di corsa.
Mi sono rifugiata in Gauguin e la sua arte perchè non me la sentivo di postare alcunchè sull'immane tragedia di Haiti.
La televisione continua a mostrare immagini strazianti...e noi possiamo fare ben poco!
Ti abbraccio. ele

Anonimo ha detto...

Mi sono tuffata dentro la magia e i colori di questo interessantissimo post.Che bello leggerti, Eleonora, sia pure in ritardo, come puoi vedere,vengo sempre.
Grazie, carissima, ti abbraccio. Piera

Shiva ha detto...

Carissima Piera,la tua visita é per me sempre gradita e preziosa. Non esistono "ritardi" quando i pensieri si cercano e si trovano con estrema continuità...
Ti saluto con un forte abbraccio. ele

Anonimo ha detto...

Haiti e Thaiti sono due paesi diversi. Di simile c'è solo il nome. Prima di scrivere un post sarebbe opportuno documentarsi. Gauguin si recò a Thaiti, dove non mi risulta esserci stato nessun terremoto.

Tahiti è la più grande (1.048 km²) e più popolata delle isole della Polinesia Francese, situata più precisamente nell'arcipelago delle isole della Società, nel Pacifico meridionale.

Haiti è una nazione dell'America situata nel Mar dei Caraibi