lunedì 14 giugno 2010

Marguerite Barankitse : l'Angelo del Burundi


foto tratta dal web


Dal Venerdì di Repubblica – della scorsa settimana- ho appreso la storia, incredibile, di una donna africana che è riuscita a realizzare per i bambini del suo paese un’opera colossale.
Marguerite è stata insegnante presso il vescovado di Ruiygi in Burundi.
La sua vita è cambiata una mattina di ottobre del 1993, quando, a Ruyigi, nel Burundi precipitato nella guerra civile e sconvolto dall'odio tra etnie, settantadue persone sono state massacrate sotto i suoi occhi. E poi, come in un miracolo, ha visto la sua figlioccia, Chloe, rifugiarsi tra le sue braccia, sopravvissuta all'inferno "in quel momento - dice Maggy Barankitse - ho capito che l'odio non poteva vincere". Ha iniziato quel giorno, prendendo con sé i venticinque bambini scampati alla strage. In un mese erano già più di duecento. Piccoli traumatizzati, feriti, violentati, sofferenti di gravi forme di insonnia, ossessionati dalle immagini di vicini diventati improvvisamente carnefici.
Incurante delle minacce alla sua stessa vita, Maggy ha scelto di vivere con loro, con i bambini di ogni gruppo etnico e nazionalità. Testimone delle stragi, a causa del suo impegno, Maggy Barankitse è stata più volte minacciata di morte. Nonostante ciò, ha promosso nel suo paese la pace e la riconciliazione, fondando la Maison Shalom. La sua attività è stata un seme di speranza e un esempio per tanti. Grazie a lei, molte altre case di accoglienza sono nate in tutto il Burundi per assistere gli orfani, tra i quali anche gli orfani dell’AIDS. Oggi sono oltre 10.000 i bambini salvati da Maggy.
Per il suo impegno umanitario ha ricevuto molti riconoscimenti internazionali tra cui: il Premio Nobel dei bambini (Stoccolma, 1993); la Laurea in Legge honoris causa presso l’Università di Lovanio (Belgio, 2004); il premio Nansen per i rifugiati (2005).
-Una sua bibliografia è stata recentemente scritta da una giornalista francese: Christel Martin. Il libro è stato pubblicato con il titolo La haine n’aura pas le dernier mot (cioè L’odio non avrà l’ultima parola). In Italia il libro è stato tradotto e pubblicato con il titolo Madre di diecimila figli.-
Per dieci anni Marguerite ha continuato ad accogliere bambini, inizialmente erano solo 25, poi duecento, poi diecimila… poi non si è più fermata ,ed è diventata mamma Maggy.
Nel frattempo ha ricevuto una pioggia di riconoscimenti internazionali che ha saputo tramutare in aiuti umanitari ed è questo che le consente di continuare ad occuparsi dei suoi figli.
In questi giorni mamma Maggy è in Italia per intervenire al festival Suq di Genova e a una serie di eventi letterali, musicali e teatrali in programma dall’11 al 24 giugno in occasione del Festival delle culture nell’area del Porto Antico.
Durante questo evento l’angelo del Burundi potrà parlare dei suoi diecimila figli oggi adolescenti o già uomini , nutriti, istruiti, con un lavoro che può contribuire alla crescita del loro martoriato paese.

Da notizie recenti sembra che lo stesso Festival delle culture sia in pericolo a causa dei "tagli" operati dalla manovra...speriamo che Maggy possa avere lo spazio che Le spetta! Abbiamo tutti bisogno di testimonianze incoraggianti...come mamma Maggy voglio credere che "l'odio non avrà l'ultima parola"!

4 commenti:

accipicchia ha detto...

Ciao carissima, ho letto già ieri questo tuo post e devo dirti che mi è piaciuto moltissimo.
Già qualche tempo fa avevo sentito parlare di questa splendida donna, forse sul Venerdì di Repubblica, e mi aveva colpito. Avvengono ogni tanto delle cose straordinarie in questo pazzo mondo ma non viene dato loro lo spazio che meritano, anzi, quando qualche volta sui giornali se ne parla, sembra già una grande concessione.
Per questo è così bello trovare qui da te la storia incredibile di Maggy, che ci insegna come la generosità e l'amore disinteressato non abbiano confini.
Grazie come sempre, cara Ele, ti abbraccio. Piera

Anonimo ha detto...

Ele carissima,
grazie sempre per queste notizie importanti che ci regali.
Leggendo, non ho potuto fare a meno di pensare alle nostre ministre sempre in bella mostra in tv, a quelle che parlano e basta e a quelle che,manovrate bene, distruggono.
Ecco, dovrebbero prendere esempio da questa donna forte e coraggiosa e pensare che i bambini sono davvero il futuro di questo nostro ormai sporco mondo.

E se davvero vogliamo che l'odio non vinca, l'ultima parola spetta a tutti noi, una parola semplice ma spesso usurata da un signore che non la conosce a pieno ma se ne riempie la bocca.
Amore è l'unico significato che può dare un senso alla vita e al futuro.

ti abbraccio carissima in questo giorno di inizio estate pur ancora fresco e ventilato. ti voglio bene.
jolanda

Shiva ha detto...

Carissima Piera,purtroppo le notizie che ci arrivano dai media sono sempre "brutte", tali da stimolare lo sconforto e consolidare la convinzione che l'essere umano sia fondamentalmente malvagio...
Noi sappiamo che non è vero, che ci sono persone meravigliose capaci di mettere la loro vita al servizio degli altri, a queste persone l'informazione dovrebbe dare maggior risalto.
Mi piacerebbe che i giornali riservassero un piccolo spazio alle belle notizie, ci servirebbe anche a tirarci un po'su!
Ti ringrazio e ti abbraccio.ele

Shiva ha detto...

Carissima Jole, è innegabile che l'odio si potrà vincere se saremo capaci di superare i nostri egoismi, se avremo la capacità e il desiderio di migliorare noi stessi, ma è pure vero che il "bombardamento" mediatico e i cattivi esempi generano una sorta di scoramento!
Proviamo ad essere "puri come colombe e astuti come serpenti", credo sia la strategia migliore!
Ti abbraccio. Tvb anch'io!