giovedì 7 ottobre 2010

Poesia di Tahar Ben Jelloun



Sono venuto nel tuo paese con il cuore in mano
Espulso dal mio
Un pò volontariamente e un pò per bisogno
Sono venuto
Siamo venuti per guadagnarci da vivere
Per salvaguardare la nostra sorte
Guadagnare il futuro dei nostri figli
L'avvenire dei nostri anni già stanchi.
Guadagnarci una prosperità che non ci faccia vergognare,
il tuo paese non lo conoscevo
E' un'immagine...
Un miraggio, credo, ma senza sole...
Siamo arrivati qui ad informare, con un canto di follia nella testa...
E già la nostalgia e i frammenti del sogno...
Sopravviviamo tra l'officina o il cantiere e i pezzi del sogno,
il nostro cibo, la nostra dimora.
Dura l'esclusione.
Rara la parola rara la mano tesa.

Che dire? Nel mondo che conosciamo, nel nostro paese dilaniato da lotte continue per il potere può esserci ancora posto per chi sta peggio di noi e si aspetta una "mano tesa? E' un pensiero che mi assilla...non trovo risposte.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

...Rara la parola rara la mano tesa....

Ele carissima, forse non ci sono risposte, non a largo raggio, almeno.
pensare che tutti possano tendere una mano a tutti coloro che ne hanno bisogno, oggi come oggi, mi sembra un'utopia. la realtà ci dice ben altro.
l'umanità si è imbastardita e sta facendo molti passi indietro, molto indietro, in quel buio dove, tra poco, sarà difficile riconoscere persino i propri cari.
il dio denaro impera e l'uomo ha scordato che la morte, come diceva il grande Totò, livella tutto e tutti.

ma grazie per questa tua passione per il sociale, grazie davvero.

un abbraccissimo di vento
jolanda

Shiva ha detto...

Carissima Jole, facile amare chi non chiede niente, chi non intacca le nostre certezze e la nostra prosperità. Più difficile dare la nostra attenzione a chi è in difficoltà, a chi è solo, sofferente, indigente...questi sono soggetti "scomodi" ai quali devono pensare -sappiamo come- le istituzioni...
Io purtroppo posso far poco ma certe tristi realtà non mi lasciano indifferente, anzi mi fanno proprio soffrire.
Non mi arrendo all'idea che l'umanità non abbia più speranze...l'egoismo è una piaga putrescente che annebbia le coscienze, non dobbiamo permettere che si diffonda! A te il mio abbraccio di dolce tepore.ele

accipicchia ha detto...

Bella e amara.
Dobbiamo sentirci colpevoli del fatto che poniamo fine quotidianamente ai sogni delle persone più disagiate; noi uccidiamo un sogno che è assolutamente lecito e giusto, uccidiamo migliaia di sogni per poi andare a dormire tranquilli.
L'ingiustizia che diventa legge.
Ciao, cara, perdona il tono aspro dovuto al nostro profondo senso di impotenza.
Piera