martedì 9 settembre 2008

La quercia caduta di G.Pascoli

Mi affaccio alla finestra e mi rendo conto che per vedere il cielo devo guardare in alto...dove sennò? Ma non sempre è stato così.
Sono cambiata io ed è un'altra la finestra.
C'è stato un tempo nel quale, affacciandomi, vedevo il cielo e sotto la terra, cioè un ampio spazio recintato, per lo più incolto, al centro del quale svettavano, rigogliosi e superbi, due alberi gemelli ai quali io e il mio compagno avevamo anche dato un nome: Castore e Polluce.
Era il tempo in cui davamo i "nomi" alle cose, e spesso anche alle persone, con quel linguaggio esclusivo che si costruisce nella pretesa di poter vivere in un mondo a parte...Noi, e poi gli altri!
Un giorno la recinzione venne divelta, in modo organizzato e scientifico, il campo rasato e ripulito e i nostri alberi abbattuti, senza pietà.
Fu un grande dolore...i rami giacevano a terra con le foglie ancora verdi, i tronchi ridotti a catasta informe in attesa di una pronta rimozione. Si era trattato di un'esecuzione in piena regola!
A lungo ci toccò vedere il triste nuovo spettacolo, ogni tanto qualcuno andava a far provvista di legna e alla fine non ci fu più nulla.
Nel frattempo i "nomi" non li mettevamo già più, usavamo il linguaggio corrente, questo la dice lunga.
Ora dalla finestra vedo un grande complesso residenziale, presto alla base apriranno un supermarket, l'ampio parcheggio per i clienti è già pronto.
Il cielo è decisamente in alto, dov'è giusto che sia.
Stamattina pensando a Castore e Polluce mi è venuta in mente la poesia di Pascoli e mi sono ritrovata a recitarla...(scherzi della memoria?)
A scuola la facevo studiare ai miei alunni che immancabilmente la giudicavano triste, pensavano ai nidi distrutti e al dolore degli uccelli che cercavano invano la loro casa, mentre io, allora, mi sforzavo di stimolare la loro attenzione verso altro...
Volevo che cogliessero il valore degli alberi, l'immensa ricchezza che rappresentano, il loro essere simbolo dell'esistenza umana che dovrebbe compiere il suo ciclo di nascita, crescita e morte, con naturalezza, nel rispetto di una natura amica e pacificata.
Oggi so che il mondo è cambiato, ma ancora mi si stringe il cuore di fronte ad un albero abbattuto!
Ho letto, non ricordo dove, che le poesie sono ali di uccelli che fanno la spola tra terra e cielo e si fermano sugli alberi per riposare.
Credo che valga sempre la pena di cogliere un frullo d'ali...


La quercia caduta

Dov'era l'ombra or sè la quercia spande
morta, nè più coi turbini tenzona.
La gente dice: "Or vedo: era pur grande!"

Pendono qua e là dalla corona
i nidietti della primavera.
Dice la gente: "Or vedo: era pur buona!"

Ognuno loda, ognuno taglia. A sera
ognuno col suo grave fascio va.
Nell'aria, un pianto...d'una capinera

che cerca un nido che non troverà.

G. Pascoli - Primi Poemetti

4 commenti:

accipicchia ha detto...

Carissima,
soltanto ora riesco a venire da te, perchè oggi è stato un giorno molto impegnativo.
Ti racconterò meglio e con calma.
Bellissimo questo tuo testo, il tuo guardare intorno e in alto, ma tu guardi sempre in alto,molto bella la poesia del Pascoli.
Si, anch'io la trovo un po' struggente, come i tuoi alunni,ma che belle immagini!
Passa un po' di tempo tra un post e l'altro, ma che piacere ogni volta che me ne fai trovare uno nuovo!
Un abbraccio isolano a te e ai tuoi.Piera

Anonimo ha detto...

Grazie per la visita,Piera! Sono ansiosa di sentirti...spero per te tutto bene.
Cercherò di scrivere più spesso e con una certa regolarità. Un abbraccio.Ele

Anonimo ha detto...

C'è stato un incendio, l'estate scorsa e il pino altissimo che troneggiava nel cortile, proprio all'ingresso della scuola elementare a me vicina, si è bruciato, morto,hanno dovuto tagliarlo. Mi faceva tanta compagnia. Adesso,quando mi affaccio alla mia finestra preferita, sento un vuoto, ma un vuoto...
Ti abbraccio e grazie
jolanda

Anonimo ha detto...

Carissima Jolanda, grazie per essere venuta a visitarmi.
Vedo che nei confronti degli alberi abbiamo gli stessi sentimenti...come dubitarne?
Spero di sentirti presto.
Un forte abbraccio.Nora