venerdì 10 ottobre 2008

Parla con me!

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Parla con me!

Lunedì, ore 8: dopo il consueto tramestio, iniziato con una buona ora d'anticipo, sono tutti fuori.
I figli diretti a scuola, il marito al lavoro.
Lei è sola, immersa nel silenzio dell'assenza, circondata dai relitti di una battaglia che si rinnova ogni giorno, macerie, caduti e feriti da raccogliere o curare.
In previsione di nuovi scontri il campo deve essere sgombro, ovvio.
Il problema è da dove cominciare. Qualcuno tornerà per il pranzo, qualche altro non si sa, il marito forse per la cena...tutti comunque si aspettano ordine e conforto, nuovi assetti da sconvolgere e distruggere, non per il piacere di farlo, solo per essere pronti a ciò che li attende fuori, dove la vita, quella vera, li porterà a collezionare piccole vittorie e grandi sconfitte.
Chissà perché le sconfitte hanno sempre più peso delle vittorie, sarà che a vincere ci si abitua.
Il cucciolo dorme, esausto e dimentico; a tempo debito si mostrerà per chiedere scodinzolante:- Che si fa? Vale a dire, quando usciamo?
Beata innocenza! Lui chiede senza parole...e apprezza ogni volta il poco che ottiene con gioia e gratitudine, come fosse un regalo!
Il silenzio però diventa opprimente, dopo l'ultimo frettoloso saluto raccolto dalla porta che si chiude, con lo scatto definitivo.
Punto e a capo!
Lei deve ricominciare, e accende il televisore, a caccia di un telegiornale superstite ( un modo come l'altro per avere la vita sotto controllo?), a volte lo acciuffa con soddisfazione, più spesso lo manca di un soffio.
Però non spegne l'apparecchio, gli toglie solo la voce.
Ad un tratto vede, di sfuggita, un tizio che gesticola e parla. Chi sarà? Sembra un tipo interessante, pensa che magari blateri di fesserie, continua la sua opera di "risanamento del territorio" con solo qualche occhiata di straforo.
Il tizio è sempre lì, ed è solo, niente vallette che scodinzolano, e neppure contorno di pentole e ortaggi.
Poi sente chiamare...il suo nome! Da una voce sconosciuta che è lì, da qualche parte.
Si sente mancare...l'attacco di panico si preannuncia con la consueta vertigine: qualcosa non va, assolutamente.
Il cucciolo le si aggrappa alle gambe, è spaventato e le impedisce il cammino.
La voce, più suadente, di nuovo la chiama, e sì che lei non ha un nome comune!
E' il tizio del televisore.Ha riacquistato la voce.
- Ciao! Non te l'aspettavi, vero?
- No! Risponde con gli occhi che premono per schizzare fuori. Il cervello è fuori servizio.
- Sono qui per parlare con te...coraggio!
La voce le arriva ovattata, gli occhi che la guardano sono dolci e pazienti...
Lei riprende il controllo e capisce che deve chiamare il marito. Con mani tremanti prende il telefono e scorre frenetica la rubrica alla ricerca del numero che si è dissolto nella sua memoria.ci siamo! Squilla!
- Ciao! Che c'è? Risponde con tono sbrigativo, uno di quelli che ti mostrano in tutta la tua futilità.
- Niente! Non è successo niente! E' solo che mi pareva di non averti salutato...
- Ma dai...mi chiami per questo! Piuttosto non aspettarmi per cena, ciao.
E' senza forze, ma perfettamente lucida. Ora può parlare con il tizio, fosse pure il demonio!
Sul televisore scorrono i titoli di coda di una trasmissione ormai finita, sullo sfondo un viale frondoso che fa da contorno ad una figura che si allontana.
C'è una musica dolce, come un saluto dolente...
Il cucciolo mugola piano, agita incerto la coda...Che si fa? Andiamo?

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Carissima Eleonora, che bella sorpresa! Ma dove vai a comprare questa fertilissima fantasia? Sai, ne avrei bisogno anch'io, magari una dose più contenuta, non chiedo tanto!
Ho la sensazione che le tue storie da un po' di tempo non si trovino più tanto bene in fondo ai cassetti,necessitano di un po' d'aria,vorrebbero stare all'aperto, vedere la luce del sole, vedere la luce...
Non ti sembra? Pensaci, ma non troppo a lungo...
Il mio abbraccio. Piera

Anonimo ha detto...

Cara Piera,le mie storie non chiedono niente, sono io che vado a cercarle per ritrovarmi.
Grazie per essere venuta a farmi visita. Ti abbraccio. Ele.

Anonimo ha detto...

Sarebbero splendide invece all'interno di un libro, quanto bene farebbero a tanti di noi...
Non credere che mi dia per vinta così in fretta, sappi che tornerò alla carica!
Ti abbraccio anch'io. Piera

Anonimo ha detto...

Cara Eleonora, ti assicuro che a volte è molto meglio parlare con un'allucinazione piuttosto che con uno che ti dice frettolosamente : stasera non mi aspettare per cena............!!!!!!!!!

Sono d'accordo con Piera, è giunto il tempo in cui questi tuoi frammenti necessitano di un ordine cartaceo, non fosse altro che per noi sarebbe più agevole tenerti sul comodino...

vi abbraccio entrambe
jolanda

Anonimo ha detto...

Cara Piera, conosco la tua tenacia, ma sono dell'idea che c'è un tempo per ogni cosa, ora va bene così.Ti ringrazio di tutto.
A presto! Ele

Anonimo ha detto...

Carissima Jolanda, mi hai fatto ridere all'idea delle mie storie sul tuo comodino...sei la solita: schietta, diretta, verace!Mi piaci per questo e lo sai.
Ti ringrazio e ti abbraccio.
Nora