giovedì 19 febbraio 2009

Il Re Mida

Il MITO è una narrazione fantastica, nata in tempimolto antichi, che parla degli dei, degli eroi e dell’origine di un popolo.

Mida, re di Macedonia, era molto ricco. Col suo denaro comprava magnifiche cose, riempiendo la reggia di tesori e il suo giardino di fiori e piante di grande bellezza. Amava passeggiarvi al mattino presto, pensando a come diventare ancora più ricco, così da comperare cose ancora più belle per riempire i suoi scrigni già rigonfi di denaro.
Il suo maggiore tesoro era tuttavia sua figlia, che non dava importanza alla ricchezza del padre.Quello che le piaceva di più era giocare nei giardini della reggia e cogliere mazzi di fiori. Le rose erano i suoi preferiti e ogni mattina raccoglieva il bocciolo più perfetto del giardino e lo metteva sul piatto per la colazione del padre.
Un mattino, mentre faceva la solita passeggiata, Mida udì uno strano russare provenire da sotto una siepe. Avanzando lentamente, le diede una scossa per vedere di cosa si trattava. Prima apparve una piccola gamba pelosa, poi un'altra, poi una coda.."Bah!" disse il re fra sé e sé. "È entrata nel mio giardino una capra sporca e puzzolente. Devo assicurarmi che non vi siano buchi nelle siepi, altrimenti tutte le mie belle piante saranno mangiate."Ora vattene!" e le diede un calcio.La cosa sotto la siepe smise di russare, poi lentamente si stirò e squadrò il re terrorizzata. Non era affatto una capra, era un satiro, metà animale e metà uomo. Il suo nome era Sileno e Mida lo conosceva molto bene."Che cosa stavi facendo qui?" disse il re, tirandolo per la barba, "stai schiacciando i miei fiori col tuo pancione? Perché non sei col tuo padrone?".Il padrone del satiro era Dioniso, il dio del vino, e il vecchio Sileno aveva evidentemente bevuto troppo durante una festa. ."per favore, signore", farfugliò, "stavamo tutti tornando da un banchetto e gli altri sono andati a casa senza di me. Sono vecchio e loro andavano troppo in fretta. Mi sono perduto. Per favore, signore,perdonatemi ..." e una grossa lacrima cadde sulla sua guancia. Aveva molta paura di Mida. Tutti sapevano quanto fosse avido e come niente gli impedisse di ottenere quello che desiderava,specialmente se si trattava di danaro. L’oro era il suo dio.Ma con sorpresa di Sileno il volto del re si addolcì.”1n piedi, vecchio furfante", disse con un sorriso. È un mattino troppo bello per una lite, e io voglio la mia colazione. Andiamo,è meglio che anche tu mangi qualcosa".Il satiro si trattenne nel palazzo reale per cinque giorni e cinque notti.
Il vecchioSileno si sentiva come un re, e non riusciva a ringraziare Mida a sufficienza.Poté invece farlo il suo padrone, Dioniso, che infine arrivò per riportare a casa il satiro e recò a Mida un dono. "Poiché sei stato molto gentile verso il mio servo” disse, "soddisferò ogni tuo desiderio”.Gli occhi di Mida luccicarono. Non dovette riflettere per dare una risposta. "Mio signore" disse,"concedimi che qualunque cosa io tocchi diventi oro". Sarebbe così certamente diventato l'uomo più ricco del mondo."Così sia!" disse Dioniso e, prendendo Sileno per un braccio, ritornò nel suo regno. Ma Mida notò che il suo passo era lento e il suo volto preoccupato.
Il giorno dopo il re si svegliò molto presto. Non vedeva l'ora di verificare se Dioniso avesse mantenuto la sua promessa. Ma nel poco tempo che impiegò per vestirsi seppe che era vero: ognicosa che toccava, la coppa vicino al letto, il piatto per l'uva, il catino d'acqua, tutto diventava solido e duro sotto le dita, e luccicava meravigliosamente nella luce mattutina. Era vero. Aveva il tocco d'oro!Si precipitò nel suo amato giardino di rose, camminando con passo malfermo perché la sua tunica e i calzari d'oro adesso erano molto pesanti, e cominciò ad aggirarsi tra le aiuole di fiori. . Mida allungò una mano e toccò il fiore più vicino. Una sola rosa poteva valere una fortuna; ora egli aveva il tocco d'orol Immediatamente fu colpito da una sorta di pazzia, ecamminando avanti e indietro trasformò tutti i fragili fiori rosa, gialli e crema in oro puro.Quando ebbe finito ritornò felice al suo palazzo.
Ora aveva piuttosto fame e aveva bisogno di unabuona colazione prima di apprestarsi a realizzare la maggior fortuna che il mondo avesse maiconosciuto.Mida ordinò un'abbondante colazione e, mentre aspettava trasformò in oro il piatto, la coppa, il tavolo e la sedia. Queste sole cose valevano già una fortuna ma l'avido Mida voleva ancor di più...Ma cosa stava succedendo? Il delizioso pane caldo che il servo gli aveva posto davanti si era trasformato in una fredda, dura massa appena l'ebbe accostato alla bocca; le pesche, i fichi e l'uva erano diventati solidi non appena aveva tentato di mangiarli; il miele luccicava dorato nel favo e la brocca di latte andò in pezzi, perché troppo fragile per il peso dell'oro contenuto.Ora sì, re Mida era davvero ricco ma era anche affamato, e in lui un piccolo tarlo di paura cominciò a contorcersi e a rodere. Il tocco d'oro era un meraviglioso dono ma era pericoloso. Da questo momento sarebbe stato molto attento prima di toccare le cose. Forse avrebbe dovuto chiamare un servo perché l'imboccasse.Mida sedeva ora a una tavola d'oro, su una sedia d'oro, incapace di mangiare il solido pane e la frutta d'oro o di bere il latte trasformato in oro. Vi era molto silenzio. Dalle finestre non entrava ilcanto degli uccelli, il ronzio delle api, e il profumo delle rose era scomparso per sempre. Le rose ora erano d'oro, cadute a terra sui loro steli spezzati.
Oggi anche sua figlia era infelice; invece della sua solita risata il re udiva singhiozzi diffondersi nei corridoi del grande palazzo.“Padre", disse piangendo mentre correva da lui, "è avvenuta una cosa terribile": Le rose sono ammalate, non hanno più colore né profumo, sono sparse per tutto il giardino e i cespugli sono tutti rovinati. Ero andata per cogliere un bocciolo per te ma io…".'Fermati!" Mida fu sopraffatto dalla paura e allungò le mani. "Non venirmi vicino, ti prego!" Il solo essere vivente in questo odioso regno inanimato adesso era la figlia, dalla bella capigliatura corvina;per lui era più preziosa della vita. “Fermati!" gridò di nuovo, ma lei non gli diede retta. . Aveva bisogno di essere abbracciata dal padre e così si attaccò alle sue ginocchia.Non appena le dita di padre e figlia si toccarono, questa si trasformò in una piccola statua d'oro con le braccia tese a cercare affetto, i capelli sparsi sul volto e le lacrime sulle guance. Anche Mida vedendole pianse.
1 giorni passavano e nessuno gli si avvicinava. Nel palazzo reale si erano diffuse dicerie che il re fosse maledetto e anche più avido di quanto si credeva. Non aveva forse trasformato ogni cosa in oro, compresa la propria figlia?
Mida sedeva così sul grande trono d'oro col pane e il latte trasformati in oro davanti a lui, piangendola figlia d'oro senza vita e rammaricandosi d'essere stato così sciocco e così avido. Si ricordò del dolore sul volto di Dioniso quando gli aveva chiesto il tocco d'oro. Ora ne capiva il motivo.E improvvisamente il dio comparve davanti a lui. "Cosa ti succede, Mida?" disse. "Non ho forse esaudito i tuoi desideri, non sei forse l'uomo più ricco del mondo?"Sì, sì, mio signore, ma sono anche il più infelice, perché ho perduto mia figlia e tutto questo non vale niente per me senza di lei. Toglimi il tocco d'oro, ti prego. Fai tornare ogni cosa come prima e non cercherò più di accumulare ricchezze al di là dei sogni umani"

RISPONDI ALLE SEGUENTI DOMANDE
1. In questo racconto si parla di qualche divinità?
2. Secondo te è un racconto scritto in epoca moderna?
3. Che cosa ti può insegnare questa storia?

Il testo è tratto da: percorsididatticijesicentro.it

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Questo mito mi sembra di grande attualità. Anche nel nostro paese abbiamo un "re Mida", un tiranno che se potesse trasformerebbe ogni cosa in ricchezza per sè, senza nessuno scrupolo! Il Mida della leggenda aveva in sè ancora un residuo di umanità, il nostro invece no...per giunta è animato da un delirio di onnipotenza senza limiti!Grazie per il post allusivo e provocatorio. Orsola 67

Anonimo ha detto...

Ele cara,cercherò di rispondere alle domande del quesito.
1 certo che esiste, si chiama bastar....
2 tutto ciò che riguarda il passato è moderno
3 questa storia mi insegna che i bastar...e complici non dovrebbero avere alcun potere e ciò che fanno agli altri, a noi, dovrebbe appesantire loro, fino a farli strisciare come vermi...ma noi possiamo vedere solo il disastro, comprenderne la causa mentre il bastar... se la ride alla faccia nostra.
Che tristezze, che rabbia.....................

ti abbraccio carissima
jolanda

Shiva ha detto...

Grazie, Orsola, per la visita. Vedo che hai colto il messaggio: in effetti la ricchezza è sempre legata al potere e quest'ultimo, nelle mani sbagliate, può causare danni a non finire...Mida alla fine si pente, riconosce il suo errore.I potenti del nostro paese perseverano,in maniera diabolica!
Un abbraccio.Ele.

Shiva ha detto...

Carissima Jolanda, ero certa che avresti capito il senso del post. Purtroppo il bastar...ha il potere perchè ha saputo comprarlo. Mi auguro che un giorno lui e i suoi complici si trovino di fronte a qualcosa che non si può comprare, sono tante le cose che non hanno prezzo!
Condivido la tua tristezza e la tua rabbia, ma non rinuncio alla speranza.
Un forte abbraccio. Ele.

Anonimo ha detto...

Cara Eleonora, io voglio fermarmi su questo interessantissimo mito perchè, al di là dei riferimenti a persone purtroppo conosciute, fin troppo conosciute,,mi è piaciuto molto. E' duro il percorso per arrivare alla conoscenza, alla saggezza, ma alla fine ne vale la pena. Credo che, e non è la prima volta, approfitterò di questa tua nuova ed intelligente proposta.
Il mio abbraccio e il mio grazie. Piera