lunedì 1 giugno 2009

La vita è ora...di E.B.



La vita è ora…

Per la prima volta da oltre un mese mi sono svegliata con il ricordo preciso di un sogno.
Ero “tornata” nella mia casa, come una che va a trovare una cara amica, un’altra me stessa che mi aveva accolto con indifferenza, quasi con fastidio…continuando ad occuparsi delle sue/mie cose, rivelandomi una trasparenza che non credevo di avere.
Ora mi guardo intorno e fatico a capire…poi realizzo.
La mia casa è crollata, si è inginocchiata, non come si fa quando si prega, ma allo stesso modo in cui ci si rannicchia se qualcuno vuole picchiarti e tutto quello che puoi fare è cercare di ripararti il capo.
Il tetto è scivolato da una parte, come un cappello appoggiato male, le finestre sono occhi chiusi che nulla rivelano, la porta non c’è più…un enorme squarcio mostra con impudenza immagini di una vita dove l’invadenza e il soqquadro la fanno da padroni.
Sono tra i fortunati, i privilegiati, quelli che sono vivi. Non ho perso parenti, “solo” qualche caro amico che non ho più la forza di piangere.
Ho nuovi compagni di viaggio, la paura, l’abbandono, l’incertezza… insieme andiamo con passo incerto e ci teniamo stretti ad ogni scossa che si ripete.
Mi guardo le mani, hanno il dorso cosparso di piccole macchie simili a lenticchie sul fondo di un piatto…le braccia ossute si muovono all’interno di una tuta/pigiama troppo grande.
Intorno c’è rumore di gente che parla ad alta voce, qualcuno discute perfino!
Il soffitto è un cielo senza stelle, somiglia ad una ciotola capovolta.
La luce del mattino fatica a entrare, deve fendere l’aria spessa, densa di troppi fiati.
Ripeto dentro di me il refrain di una nuova canzone: La vita è ora…

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Carissima, questo post è bello e doloroso, scritto come soltanto tu sai fare. Sogno, dici? Sogno e realtà,dico io, una realtà che fa paura, fatta di scosse che continuano senza tregua, a ricordarci che la natura è dura e forte, molto più di noi. Ai tanti che conoscono questa realtà, che conoscono la retorica di chi "può" e non fa, di chi conosce l'indifferenza, quella che subentra quando un fatto non è più nuovo e diventa obsoleto, quando ormai non interessa più.
Rimane il PROBLEMA, quello vero, degli sfollati, di chi, come dici tu, ha il cielo per soffitto e pareti troppo fragili.
Grazie per questo sogno che ci fa riflettere amaramente sulla realtà. Ti abbraccio. Piera

Shiva ha detto...

Cara Piera, come dici il Problema rimane, e temo che non sarà di facile soluzione, al di là delle promesse spudorate di chi ha "colto" un tragico evento per mettersi in mostra. Penso alle vite spezzate, a chi è rimasto e non ha più alcuna certezza...agli anziani che devono assuefarsi ad un quotidiano che non gli appartiene.
Già del terremoto si parla molto meno, l'hai notato? Però le scosse continuano, come l'alternarsi delle condizioni meteo che per chi vive sotto le tende rappresentano comunque una dura prova.Dobbiamo tenere desta la nostra attenzione se non vogliamo fare il gioco di chi ha un unico scopo:narcotizzare animi e coscienze!
Ti abbraccio. Ele.