domenica 9 novembre 2008

Figure dal passato

Figure dal passato

Pasquale era ai nostri occhi di bambini desiderato e temuto allo stesso tempo. Compariva alla porta del giardino, denominata “portoncino”, con una certa regolarità, per ricevere gli “ordini” così diceva, mentre gli adulti lo accoglievano con indifferenza noi accorrevamo per assistere al piccolo spettacolo che lui aveva in serbo per noi.
Pasquale si mostrava avvolto da un corto mantello nero, con una coppola nera sotto la quale celava di certo i capelli, ma non i baffi che aveva lunghi e spioventi ai lati delle labbra occultate, e i baffi erano i veri ferri del mestiere, per quanto ci riguardava, riusciva a muovere i baffi verso l’alto e il basso simultaneamente, ma anche un baffo sì e l’altro no, insomma pareva proprio che i suoi baffi fossero dotati di vita propria.
I maschietti ridevano e Pasquale li richiamava all’ordine facendo gli occhi truci, le bambine emettevano piccole grida di terrore nascondendosi dietro i fratelli più arditi, era allora che Pasquale si lasciava andare a una sonora risata rivelando una candida chiostra di denti.
Lo spettacolo era finito e il pubblico decisamente soddisfatto, qualcuno chiedeva una replica, ma Pasquale rispondeva che i sui baffi erano “stanchi” e ci proponeva, a mò di consolazione, una breve passeggiata sul suo calesse che aveva parcheggiato nel vicolo, poco distante.
In attesa degli “ordini” ci tuffavamo all’arrembaggio del calesse con l’urgenza di conquistare i posti più ambiti, ma Pasquale ristabiliva l’ordine: le bambine al centro, i maschi ai lati, lui a cassetta.
Si partiva per un giro o due dell’ampia piazza sulla quale affacciava la nostra casa, il cavallo andava al piccolo trotto anche quando Pasquale a nostro beneficio faceva schioccare la frusta. Spesso invitava uno dei due maschi a sedere a cassetta accanto a lui, le bambine mai.
Mio fratello, il più piccolo, oggi ultracinquantenne, ebbe anche l’onore, più di una volta, di reggere le redini e ancora lo ricorda.
La mamma e la nonna ci guardavano dalla finestra e gridavano: -Pasquà, accorto a e’ creature! Pasquale esplodeva nella sua risata e lanciava il cavallo in un breve galoppo che ci entusiasmava. Un vero bandito!

( Pasquale ci regalava le carrube destinate al suo cavallo, io ho imparato ad apprezzarle per merito suo e se oggi mi capita, purtroppo raramente, di mangiarle ripenso all’infanzia e a Pasquale!
Chi è un estimatore di carrube può visitare il sito lpels che ha stimolato in me tanti ricordi.)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ele cara, ma tu hai deciso di farmi morire di nostalgia!
Bello questo tuo tuffo nel passato, questo rievocare immagini e odori e sapori che fanno bene al cuore e all'anima in questa triste realtà che ci vede correre, sempre, sempre più in fretta e non lascia spazio agli occhi di guardarsi attorno, di riflettere su quel che siamo.

Mio nonno aveva un asino, una mucca e una capra e tanti altri animali da cortile.
E le carrubbe le ho mangiate anch'io e hanno il sapore delle cose perdute.

Ti abbraccio forte cara amica
jolanda

Anonimo ha detto...

Carissima Jole, hai notato come basta un niente a ritrovare volti ed episodi che credevamo di aver perso? La nostra memoria è un grande magazzino, pieno di polvere,con tante cose ammucchiate...però sono lì e spesso ci vengono in mano senza neanche cercare! Siamo fortunate perchè abbiamo avuto una bella infanzia e poi perchè in quel magazzino possiamo ancora entrare.
Grazie per la visita, un forte abbraccio. Ele

Nuove Prospettive ha detto...

Ciao, che bella la semplicità e che ricchezza!!
Ho un amico che mi racconta spesso sorie della sua infanzia in Ciociaria, col nonno pastore e una famiglia numerosa ma FELICE nonostante la guerra e gli stenti.
Se ritrovassimo un pò di quella semplicità...ci sarebbero più "miracoli"...
Io ho scoperto un posto, il posto dove vive e lavora Peppe il mio amico e maestro, anche se lui non vuole che lo si chiami così, perchè ci dice sempre "Non sono io che vi do, ma voi che prendete". In questo posto Peppe ci "guida" alla riscoperta di noi stessi e della semplicità, della semplice gioia di godere di quello che abbiamo e di quello che siamo.
Se ti va visita il mio blog e mi farebbe piacere sapere se ti piace quello che c'è, poco ancora, perchè è nato da pochi giorni.
Condividere=Crescere
Grazie, ciao