martedì 11 agosto 2009

Quadri della memoria di e.b.



Reparto Rianimazione

Non puoi sbagliare, una grande scritta te lo indica in modo impietoso, inequivocabile…
Il Pronto Soccorso è lì, accanto, nell’incoscio assorbi le parole con relativo significato e riesci a pensare, questione di attimi, che un Pronto Soccorso dà pur sempre una speranza mentre R- I- A –N- I- M- A- Z- I- O- N- E è una di quelle parole che ti frantumano il fiato.
Senza respiro ti catapulti all’interno, come se la Salvezza dipendesse dalla velocità dei tuoi passi.
Gli infermieri, che ti bloccano, hanno tutti la stessa faccia, e la stessa divisa verde.
La statura e la corporatura cambiano, ma l’espressione è assai simile, un miscuglio d’indifferenza e rassegnazione.
I medici hanno i camici bianchi, sono consapevoli del proprio ruolo e te lo comunicano guardandoti con uno sguardo da ciechi, si dissolvono in fretta, come apparizioni.
La prima volta non sai cosa aspettarti e nemmeno ci pensi, sai solo che lì il tuo AMORE sarà riportato in vita, altrimenti che senso avrebbe la Rianimazione?
Medici e infermieri diventano per te Angeli, tutti più vicini al Signore di quanto tu sia mai stato…con poteri infiniti, ai quali baceresti mani e piedi se te lo permettessero.
Poi ti ritrovi dietro una porta sbarrata insieme con altri che aspettano, come te, che all’orario stabilito si possa entrare, uno per volta e in tuta antisettica, per verificare con i tuoi occhi se “il miracolo” si è compiuto.
Entri e vedi una serie di letti, con corpi sdraiati e indifesi, collegati a macchine silenziose che emettono piccole luci, avvolti da una selva di tubicini.
- Dov’è il mio amore?
Ti muovi con passo leggero e il cuore che ti scoppia: hai paura, paura di non vederlo, poi è lì, e respira, ha gli occhi chiusi, ma cosa importa?
Gli parli col fiato che ti resta, gli dici di star tranquillo, chè va tutto bene, lo accarezzi sul viso con mano lieve e gli rinnovi il tuo amore con la promessa di stargli accanto sempre, gli dici che non ti permettono di trattenerti, ma sei fuori, appena accanto, anche quando non ti vede.
Ogni letto ha vicino un famigliare che sussurra e combatte con la voglia di piangere, ma ti sembrano avvolti dalla nebbia,in un silenzio irreale.
Ti allontani con il cuore in pezzi, desiderando di essere almeno un camice verde…un angelo autorizzato a restare.
Gli angeli, chiusi nel loro gabbiotto trasparente, ti lanciano un’occhiata distratta…picchietti sul vetro e li costringi a vederti. Uno si alza e tu gli chiedi l’elemosina di una parola che per te possa dire SPERANZA.
Vorresti aggiungere che anche il tuo cuore sta cessando di battere, ma non lo fai, ti allontani stringendo tra le mani il piccolo obolo che ti hanno elargito.
Fuori, nell’anticamera, ti ritrovi con chi ancora aspetta e tutti chiedono notizie, come se la salvezza di uno potesse assicurare la salvezza di tutti…
Pensi che tu gli altri, prima, nemmeno li hai visti e un po’ ti dispiace perché quelli che soffrono ora li vedi, sono tutti lì.
Scambi qualche parola del tipo, coraggio! Dobbiamo sperare…qui sono in buone mani! Parli per loro e per te, qualcuno ti ascolta, qualche altro piange in silenzio.
-A domani!
Di sorridere non hai nessuna voglia, ricominci a pregare.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Carissima Eleonora,
rileggo ancora come se fosse la prima volta questo tuo profondissimo testo, ed ogni volta i sentimenti e le emozioni sono immutate e contemporaneamente sempre rinnovate dalle preoccupazioni del presente. Capisco parola per parola ciò che dici ed ogni volta lo rivivo. Ma deve esserci di consolazione il sapere che le persone a noi care lottano con forza e oppongono alla loro debolezza fisica un grande coraggio ed altrettanta dignità. Questa consapevolezza deve esserci di aiuto per poter poi noi stesse trasmettere loro il coraggio quando umanamente
vacilla. Un abbraccio strettissimo a te e a S.
Approfitto per abbracciare forte anche Jolanda.
A presto. Piera

Shiva ha detto...

Mia cara Piera, mi sono accorta che avevo già postato il racconto, più o meno un anno fa! Questo evidenzia qualche piccolo aggiustamento, ma le impressioni di quella terribile esperienza sono le stesse...scolpite nella mia memoria come tante altre: ferite sempre sanguinanti,dure a guarire!Grazie per le parole "lenitive".
Abbraccia sempre A.da parte mia.
A te e Jole il mio pensiero più affettuoso. ele