mercoledì 22 aprile 2009

La memoria e le cose

Quando hai perso tutto, le persone care, la tua casa...le tue "cose",cosa ti resta?
I ricordi, viene da pensare, invece non è così.
Quando il dolore ti travolge e ti tramortisce non pensi a nulla, sei come un albero schiantato da una folgore...riconoscibile a mala pena dagli altri, ma estraneo a te stesso, ti serve che il fumo,che ti soffoca, si disperda, che ti venga restituito il respiro.
Allora puoi vederti come sei, contorto, annerito, sbilenco, privo a un tratto dei rami più vecchi e di quelli più giovani, già in fiore e protesi verso il cielo a gridare sogni e speranze.
Cominci a riconoscerti, ma vuoi dell'altro per ricominciare a vivere...ti rendi conto che la memoria è una coltre spessa e pesante, copre tutto e tutto contiene,e sollevarla diventa difficile...così cominci a scavare alla rinfusa, cerchi piccoli oggetti da stringere tra le mani, da accarezzare con gli occhi, da cullare nel pianto per ritrovare i tuoi frammenti di vita senza i quali niente per te ha più valore! E.B.

CRONACA. Da Repubblica.it 22 aprile 2009

A vigili del fuoco, carabinieri e poliziotti i terremotati chiedono di recuperare
ricordi, fotografie, piccoli oggetti che rappresentano pezzi della loro vita
Tra le macerie de L'Aquila
alla ricerca della memoria
dal nostro inviato MEO PONTE


L'AQUILA - Le fotografie del matrimonio, il diario della figlia sedicenne, il diploma del nipote ragioniere. Cercano le loro memorie tra le rovine i sopravvissuti de L'Aquila. Più che il denaro o i gioielli ai vigili del fuoco che accompagnati da polizia e carabinieri sfidano muri pericolanti per entrare nelle case abbandonate di corsa la notte del terremoto la gente delle tendopoli chiede di recuperare pezzi della sua esistenza.

"Andate nella camera da letto, nel cassetto dell'armadio, quello grande con due specchi ci sono le foto del mio matrimonio, è un album con la copertina in pelle", dice l'anziana pensionata vedova da tre anni che non vuol perdere il ricordo del marito sotto le macerie di una casa in via Sant'Andrea. In via Chieti c'è invece una giovane madre che implora i vigili del fuoco del gruppo di rilevamento: "Lo so che in questo momento può sembrare una stupidata ma vi prego, fatelo per mia figlia. Ha solo tre anni. Cercate un peluche bianco, è un orsetto, è in una cassa con altri giocattoli. Non dorme senza quell'orso tra le braccia. Abbiamo provato a regalarle altri peluches ma è stato inutile. Non fa che piangere. Vi prego, trovatemi quel pupazzo...".

La prima cosa che l'avvocato Maurizio Cora è andato a cercare tra le macerie della sua casa al civico 79 di via XX Settembre sono state le foto delle due figlie, Alessandra e Antonella, sepolte vive con la madre la notte del 5 aprile. "Voglio ricordarle com'erano, non come le ho viste quando le hanno strappate alle rovine", dice mostrando l'unica cosa che gli resta della sua casa, un mazzo di chiavi ormai inutile. A Petitto una mamma anziana ferma un ufficiale dei carabinieri e il suo aiutante, indica loro una casa crepata e racconta: "Vivevo al secondo piano, ora sto in una tenda ma non mi lamento. Voglio solo le foto di mio figlio, è uno di voi, ora è in missione all'estero. Con quelle foto mi sembra di averlo vicino". Dirle di no è impossibile e l'ufficiale si inerpica su una scala che sembra cedere da un momento all'altro sino a raggiungere il muro su cui è appesa la foto a colori del commilitone lontano.

Memorie, ricordi, souvenir che possano restituire una vita spazzata via dal sisma, un'identità perduta. Ecco cosa cercano tra le rovine i sopravvissuti al terremoto. Per non sentirsi davvero sfollati, profughi nella propria terra. Nella questura ricostituita in tende alzate in un giardinetto proprio di fronte agli uffici lesionati un cartello scritto a mano indica l'Ufficio Oggetti Smarriti. Qui Lorella C. ha ritrovato la penna usb di sua sorella Katia, uccisa dal crollo della casa in cui viveva e Vittorio T. il portafoglio e il telefono cellulare del padre sepolto dalla macerie. "E' sorprendente quello che le persone vengono a cercare qui - spiega il sostituto commissario Marcello di Tria che aggiorna il lungo elenco degli oggetti rinvenuti e restituiti - o che chiedono di trovare ai nostri agenti che affiancano i vigili del fuoco nella ricerca all'interno delle case abbandonate".

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Cara Ele, sebbene in ritardo, sono qui per dirti che anche questo è un bel post e sono d'accordo con quanto dici. I ricordi sono importanti, recuperare dalle macerie un piccolo oggetto significa, a volte, togliere un po' di macerie dal cuore, stringere tra le mani un pezzetto di memoria.

E come non pensare ad un'altra memoria?
una memoria collettiva che nessun governo potrà toglierci : domani è il 25 aprile e il mio abbraccio, oggi, ha il sapore di quanti si sono sacrificati per la libertà, una libertà da difendere sempre.

ciao carissima
jolanda

Anonimo ha detto...

Concordo con Jolanda, davvero un bel post.
Mi ha fatto male, tuttavia, leggerlo, mi è venuto un nodo alla gola.Che pena questa sofferenza senza fine, vedere con quale determinazione ci aggrappiamo alle "cose", ai nostri oggetti, a quelli dei nostri cari.
Sembra di vederli mentre abbracciano questi frammenti che aiutano, in qualche modo, la loro personale "ricostruzione".
A te e a Jole, il mio abbraccio. Piera