mercoledì 8 aprile 2009

Non lasciateci soli!

Roma, ore 3: 30 della notte, un brusco, istantaneo risveglio senza la cognizione del tempo, poi il lampadario che oscilla per istanti interminabili, è il terremoto!
Le telefonate immediate ai parenti, le prime frammentarie notizie, l’epicentro in Abruzzo, e lì che si consumerà la tragedia.
La televisione diffonde immagini e concitate notizie, per tutto il giorno…il disastro è negli occhi di tutti, di chi guarda a distanza, di chi lo vive sulla propria pelle, e non c’è da una parte e dall’altra la voglia e il tempo di pensare, i pensieri sono in rovina, sgretolati come le vite, le case bombardate dal basso.
Più tardi le prime interviste a chi è sotto shock: le domande di chi esercita il dovere dell’informazione con un distacco solo apparente, le risposte sconnesse dei superstiti che affidano allo sguardo, quasi fisso, lo sconcerto e la disperazione.
Né grida, né imprecazioni, un dolore composto e dignitoso, solo la richiesta di un padre la cui famiglia è ancora sotto le macerie: -Non lasciateci soli!
D’un tratto queste parole diventano la sintesi del bisogno più profondo d’ogni essere umano.
Nella disgrazia, nel dolore c’è la paura della solitudine…
Le polemiche sulle responsabilità verranno inevitabilmente, ora però è il tempo di riconoscere una fragilità che azzera distanze e differenze, e la necessità di uscire dai nostri recinti, per ritrovare una umanità senza la quale la vita non ha senso.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Hai raccontato in un solo post tutto ciò che in tanti hanno riferito per giorni e giorni. Essenziale, preciso, dettato dalla tua sensibilità e la profonda condivisione per il dolore di tanti che, in un tempo brevissimo, hanno perso tutto.
In quest'istante, mentre scrivo, ho davanti agli occhi un gran numero di tende azzurre allineate, e dentro tanta umanità che non si dà pace, che soffre il freddo, che non riesce a mettere insieme i pensieri davanti alla consapevolezza di aver perso tutto.
Ti abbraccio. Piera