domenica 5 luglio 2009

Zahir e Batin: il visibile e il nascosto "Perché le donne velate sono un insulto all’Islam"


Ogni tanto mi viene l'impulso di "sbirciare" su giornali che abitualmente non leggo per rendermi conto di ciò che leggono gli Italiani che non la pensano esattamente come me. Oggi mi ha colpito un articolo della redazione del Giornale che riporta il pensiero di Tahar Ben Jelloun, un noto scrittore marocchino impegnato nella lotta contro il razzismo.
Riporto solo la parte finale dell'articolo, tratto da Il Giornale.it, perchè mette l'accento sul ruolo della donna nei paesi musulmani e sul significato "nascosto" del velo islamico che condivido pienamente.

In occidente la donna può mostrarsi come crede, ma siamo certi che la sua condizione di donna sia in linea con i principi di Libertà e Democrazia che da ogni dove vengono sbandierati?

"I credenti che hanno interpretato il messaggio divino in modo semplicistico e letterale non hanno capito nulla dello Spirito e si accaniscono nella gestione delle apparenze. È sintomatico assistere oggi ad appassionati dibattiti su un particolare tipo di visibile/ invisibile. Penso all'invocazione del velo integrale per la donna, che sia con un burqa afghano o con un nikab (pachistano). In entrambi i casi la donna è coperta di nero dalla testa ai piedi, come un fantasma. In questi casi, l'uomo rivela i suoi problemi intimi con la sessualità: nascondendo la propria moglie, la propria figlia o la sorella, pensa di allontanare ogni desiderio o attrazione sessuale negli uomini della strada.

Questo comportamento, che è etnico e non religioso (non è infatti assolutamente musulmano) è la prova della paura della donna. La si rende invisibile per impedirle di esistere socialmente e sessualmente. È anche prova di grande ignoranza; l'Islam è più di una religione, è una cultura e Allah ha dato all'uomo non solo il suo libero arbitrio ma lo ha reso responsabile delle sue azioni. Così, il marito che rende sua moglie un fantasma nel nome dell'Islam è un ignorante che offende la parola di Dio. Pensa, coprendo sua moglie, di essere devoto all'Islam. Errore, è devoto al visibile, all'apparenza, che fa della donna una schiava del suo desiderio; uccide in lei ogni libertà, cosa che Dio non gli perdonerà."

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Conosco da tempo questo bravissimo scrittore marocchino che collabora, tra l'altro con diverse testate giornalistiche. E' un uomo che stimo molto perchè possiede grande equilibrio e apertura mentale.
Anni fa, lessi ai miei ragazzi un suo libretto intitolato "Il razzismo spiegato a mia figlia", credo sia questo il titolo, ma non sono certa.
Un libro di gran valore, scritto in modo semplice e adatto ai giovani, ma rigoroso, come è giusto che sia.
So che il testo, in seguito, è stato ulteriormente approfondito.
Per quanto riguarda l'articolo che hai riportato, non si può che concordare con le tue parole e con quelle dello scrittore. Ci vorrà ancora molto tempo prima di riuscire ad affrancarsi da troppe inibizioni e tradizioni che impediscono di essere uomini veramente liberi.
Ti abbraccio e ti auguro una buona giornata. Piera

Shiva ha detto...

Carissima Piera,Tahar Ben Jolloun è conosciuto specialmente per il titolo che hai citato, ha scritto e pubblicato altri libri ugualmente meritevoli di lettura, vedi "Lo specchio delle falene" e "Mia madre, la mia bambina".
Riconosco allo scrittore marocchino il merito di usare un linguaggio accessibile a chiunque senza essere sciatto...e soprattutto il suo intento di aiutarci a svincolarci dai luoghi comuni che alimentano intolleranza e razzismo.
Grazie per la visita. Un caloroso abbraccio, prettamente estivo. Ele.