domenica 14 dicembre 2008

L'informatore scientifico (tra sogno e realtà)



L’informatore scientifico (tra sogno e realtà)

L’informatore scientifico è l’incubo dei pazienti in attesa nell’ambulatorio del medico di base, cessa di essere una persona e si tramuta in “evento temuto”, a prescindere dall’aspetto, peraltro piuttosto standard.
I pazienti della terza età si avviano per tempo verso l’ambulatorio per prendere il “numero” che la segretaria elargisce con aria d’importanza, come un premio, e i primi arrivati si congratulano con se stessi per il posto acquisito in graduatoria, frutto della loro lungimiranza.
Chi non necessita di visita o colloquio col medico si dispone in fila, senza numero, per accedere alla stanzetta dell’assistente tuttofare, è lei che compila ricette, richieste d’analisi, certificati, mentre con un orecchio risponde al telefono e con gli occhi tiene a bada il computer.
Nel mezzo, note di vita quotidiana, scambi confidenziali con i pazienti affezionati che le confidano piccoli o grandi problemi che sentono quasi tutti, vista l’esiguità degli spazi.
Infine, quando ognuno è al suo posto e la situazione sembra sotto controllo, arrivano i ritardatari, quelli che non hanno tempo da perdere…se sono fortunati acciuffano uno degli ultimi numeri rimasti, e si congratulano (anche loro!) per la propria capacità di previsione, gli altri si sentono rispondere:- I numeri sono finiti! Questi subiscono, con vergogna, la soddisfazione della segretaria e gli sguardi di derisione di chi il numero ce l’ha, di chi è in attesa da oltre un’ora in perfetta legalità. Se ne vanno, maledicendosi.
All’interno tutto procede secondo la prassi, senza mutamenti.
Sempre che…non sia presente l’informatore!
Lui o lei, fa lo stesso, è inconfondibile per l’aria sicura, l’abbigliamento professionale ( in contrasto spesso con la giovane età) e la capace valigetta posta ai piedi, un distintivo inequivocabile, destituito dalla consueta collocazione per ragioni contingenti.
L’informatore lavora, anche quando sembra essere in attesa come gli altri che lo guardano con fastidio.
Il cartello parla chiaro: Il dott. ***** riceverà gli informatori ogni tre pazienti, per il tempo necessario (?) nel numero massimo di 3 nell’orario d’ambulatorio.
A volte gli informatori s’incontrano e subito fraternizzano, unico caso di non belligeranza tra case farmaceutiche…si raccontano piccole esperienze della loro vita di corse tra un ambulatorio e l’altro, si trasmettono espedienti “salva tempo” del tipo: oggi pomeriggio vado…ah sì, anch’io…allora non aspetto e vado subito! Poi forse torno qui!
Un informatore va via e i pazienti emettono un sospiro di sollievo, già guardano al rimasto con un pizzico di simpatia…per un attimo lui ritorna persona, non più uno scomodo evento, ma un lavoratore inviato, per malasorte, dalle ditte farmaceutiche che sfornano a ritmo convulso gli ultimi ritrovati ( che prima o poi faranno parte della vita, come l’acqua, il pane, la verdura…)
Un giorno però le cose andarono diversamente.
L’informatore entrò e con un sorriso dissolse l’aria greve di risentimento che avvolgeva il gruppo in attesa.
I pazienti lo “videro”: giovane, entusiasta, sereno…neanche si accorsero della valigetta che teneva sulle ginocchia finché lui non l’aprì rivelandone il contenuto: di medicine neanche l’ombra, solo piccoli libri che il giovane guardava con amore!
Ne prese uno e cominciò a leggere ad alta voce…per ingannare l’attesa, disse, rispondendo alle mute domande degli occhi che lo circondavano.
Lo stupore si tramutò in silenzio e tutti si ritrovarono ad ascoltare, catturati, soggiogati…chi aveva ritrovato la voce se ne servì solo per cedere il proprio turno a qualcuno che sarebbe dovuto entrare dopo, alla fine sembrò proprio che nessuno avesse più bisogno del medico che si affacciò alla porta dello studio, preoccupato, dopo aver ripetutamente e invano gridato: Avanti! Avanti!
Uno spettacolo unico! Il giovane leggeva, al centro di un piccolo cerchio di malanni dimenticati, di urgenze differite.
Le parole si posavano sui corpi con tocco lieve, a stupire, lenire, ammorbidire, persino il medico e la segretaria erano stati sequestrati…
dimentichi, ad un tratto, di ruoli e distanze.
Chi pose fine all’incanto? Non si sa, forse un acciacco indomabile, forse un disincanto irriducibile…
Il tempo, per poco sospeso, riprese a scorrere.
- A chi tocca? Chiedeva il medico con fare impaziente.
- A lui! Tocca a lui! Gridavano i pazienti indicando qualcuno a caso, invocando la manciatina di secondi che serve a tutti per riprendersi da un bel sogno.
Il giovane informatore entrò con la sua valigetta.
Le sue parole però rimasero lì, e continuarono a svolazzare, come piccole punte di pennelli invisibili, per dare l’ ultimo tocco al quadro mutevole della vita. E.B.

5 commenti:

Nuove Prospettive ha detto...

Anche a me piace coonfrontarmi anzi più esattamente condividere con nuovi individui.
Perchè hai scelto questo nik name?
Ciao

Anonimo ha detto...

Ciao Alexandra,ti ringrazio per la visita, sei la benvenuta!Ho scelto il nik name perchè mi interessa molto la spiritualità del mondo orientale. Sono molto curiosa e mi piace conoscere usi e costumi di altri popoli,nel tentativo di riuscire a comprendere il mondo complesso in cui viviamo. Verrò a trovarti.
Un cordiale saluto.Eleonora.

Nuove Prospettive ha detto...

Bene!!! allora ti aspetto Ciaoooo

Anonimo ha detto...

Ele cara, la parola, a volte, riesce a superare ostacoli che sembravano difficili, riesce, quando è ben spesa e armoniosa, persino a farci scordare i nostri piccoli o grandi malanni o malumori.
Brava!
mille abbracci
jolanda

Anonimo ha detto...

Ciao,
ho appena letto quello che hai scritto sugli Informatori Scientifici.
Complimenti.
Spero che non sia finito quà...
Www.Informatori.Info